Caso Sinner, Battaglino mette in guardia: potrebbe fare la mia fine

Il caso di Jannik Sinner, negli ultimi giorni, è stato spesso paragonato a quello che ha avuto come protagonista Stefano Battaglino. In un’intervista con La Stampa, l’ex tennista azzurro ha messo tutti in guardia su una possibile conclusione a sorpresa del nuovo processo.

Le parole dell’accusato

Dopo l’assoluzione da parte dell’ITIA e la sola decurtazione di punti e montepremi del masters1000 di Indian Wells, sembrava che il caso doping attorno a Sinner si fosse completamente spento. Nelle scorse ore, a sorpresa, la WADA (World Anti-Doping Agency) ha deciso di fare ricorso al TAS, il tribunale indipendente che lo scorso anno ha squalificato Battaglino per quattro stagioni per la positività al Clostebol. L’ex numero 760 del mondo era stato trovato positivo alla sostanza durante un M15 in Marocco.

Nonostante le grandi differenze tra i due casi (Battaglino non è riuscito a fornire prove per la propria discolpa al contrario di Sinner), il grado di rischio squalifica è comunque elevato. Lo stesso Battaglino, infatti, ha parlato dei rischi per Jannik, visto il precedente ravvicinato nel tempo.

Visto come hanno trattato me, purtroppo Sinner rischia. Spero che siano soltanto i sei mesi della pena lieve e non l’anno o i due anni delle pene media e grave. Spero, però, con tutto il cuore che lo assolvano perché non si merita tutto questo.

Se lo assolvessero, però, avrebbero sbagliato con me. Sarebbe bello capire almeno il metro di giudizio. Se hanno dato il massimo della pena a me, non possono dare una settimana a lui. La differenza tra il mio caso e il suo è che Jannik ha uno staff personale e per reperire il fisioterapista è bastato alzare il telefono. Nel mio caso, invece, il fisioterapista lavorava per il torneo e per mesi non è stato possibile trovarlo. Ha risposto soltanto a due giorni dalla fine del secondo processo. Troppo tardi”.

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