Come vi abbiamo raccontato, mentre Jannik Sinner giocava – e vinceva – il match valido per gli ottavi di finale dell’Atp 500 di Pechino, la Wada ha reso noto di aver presentato, nella giornata di giovedì 26 settembre, un ricorso alla Corte Arbitrale dello Sport contro la sentenza di assoluzione dell’altoatesino relativa alla sua positività al Clostebol. E adesso, cosa succede? Facciamo il punto della situazione, partendo proprio dalla nota emanata dall’Agenzia Mondiale Anti-doping questa mattina.
La Wada ritiene che la constatazione di “assenza di colpa o negligenza” – pronunciata da un tribunale indipendente dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA) qualche settimana fa – non sia non sia corretta ai sensi delle norme vigenti. Per tale motivo, la fondazione con sede a Losanna ha chiesto una squalifica compresa tra 1 e 2 anni, prendendosi la facoltà di non fornire ulteriori commenti adesso che la questione è pendente dinanzi al CAS. Al contempo, l’Agenzia Mondiale Anti-doping ha fatto sapere che non chiede la revoca di alcun risultato maturato da Jannik, salvo quella già inflitta dal tribunale di prima istanza (punti e montepremi accumulati dall’azzurro ad Indian Wells).
Importante anche sottolineare il fatto che Sinner potrà continuare a giocare in attesa di una nuova sentenza. “Bene”, ma quali sono le tempistiche affinché questa arrivi? La procedura, in casi del genere, prevede l’apertura di un procedimento da parte della Corte Arbitrale dello Sport. Poi sarà il TAS a fissare l’udienza i cui tempi di inizio sono abbastanza incerti ma generalmente non inferiori ai tre mesi. A quel punto si procederà con la presentazione di prove e con l’audizione di testimoni e consulenti, al fine di ottenere informazioni utili alla formulazione del verdetto. Un verdetto che, stando a La Gazzetta dello Sport, potrebbe non arrivare entro fine anno.
All’interno della nota si legge chiaramente che la Wada ha chiesto una squalifica da 1 a 2 anni. Se il tribunale riuscirà ad accertare la colpevolezza di Sinner, il numero uno al mondo verrà certamente punito in maniera severa. Se invece emergerà soltanto negligenza, il verdetto potrebbe rivelarsi meno pesante. Esistono, però, anche buone possibilità che il giovane tirolese possa essere nuovamente assolto.
Due gli aspetti che fanno ben sperare. Il primo riguarda il fatto che i tre specialisti interpellati dall’ITIA e che hanno giudicato Jannik innocente sono tutti e tre legati proprio alla WADA. Il secondo aspetto riguarda invece i precedenti in circostanze simili: il calciatore José Luis Palomino, ad esempio, risultò positivo al Clostebol nel luglio del 2022 e venne assolto dal Tribunale Nazionale Antidoping provando che la contaminazione derivasse da un farmaco somministrato al suo cane. Simili anche i casi di Nicholas Santos, nuotatore brasiliano, e di Marco Bortolotti, altro tennista italiano che ha recentemente raccontato la sua disavventura.
Insomma, quella arrivata stamattina è stata una doccia gelata per Sinner, per i suoi fan e per tutto il tennis italiano. Ma, incassato il colpo, ed analizzando la questione con lucidità, emergono concreti presupposti per guardare alla vicenda con moderato ottimismo. Intanto, lo ricordiamo, Jannik tornerà in campo a Pechino nella giornata di lunedì, quando affronterà Jiri Lehecka nel match valido per i quarti di finale.
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