Dalle colonne del Corriere della Sera ha parlato Stefano Battaglino, l’altro tennista italiano trovato positivo al Clostebol e squalificato dall’ITIA per quattro anni. L’ex numero 760 del mondo si è detto felice per Jannik Sinner, ma che si sente un appestato per come è stato trattato.
La settimana scorsa vi abbiamo parlato della situazione di un altro italiano finito nell’occhio del ciclone per via del Clostebol. Si tratta di Battaglino, trovato positivo il 14 settembre 2022 ad un ITF M15 in Marocco e fermato ufficialmente dall’ottobre 2023.
Al contrario di Sinner, il ragazzo non è riuscito a fornire le prove necessarie per la sua discolpa e dal febbraio 2023 al gennaio 2027 non potrà prendere parte ad alcun torneo da professionista.
In molti si sono così riversati sul web per generare altra confusione e per attaccare nuovamente Sinner, a cui sono stati solamente decurtati montepremi e punti ottenuti al masters1000 di Indian Wells (torneo in cui è risultato positivo).
Come detto in precedenza, però, le differenze tra i due casi sono molto evidenti: Jannik, infatti, ha provato l’acquisto della crema cicatrizzante (con tanto di scontrino) da parte del suo ex preparatore atletico Umberto Ferrara, la stessa usata da Giacomo Naldi per curare una ferita al dito (con tanto di prove televisive).
Intervistato dal Corriere della Sera, queste sono le parole di Battaglino circa la sua situazione attuale.
“Ho iniziato a giocare a cinque e mezzo, mai provato altri sport: iniziai vedendo giocare mio papà al circolo Tennis club Alba, dove sono sempre stato, tranne un anno a Bordighera, con Piatti. Avrò avuto 20-21 anni, c’era anche Sinner.
Mettiamo una cosa in chiaro: sono felice per Sinner, cui auguro tutti i successi del mondo; ma per me sono davvero deluso, tantissimo. Per lo sport, sono un appestato. Il farmaco è lo stesso, come ridotto era il quantitativo: a uno nulla, a me quattro anni.
Potrei giocare in un campo non affiliato alla federazione, ma al massimo ho fatto qualche partita di padel. Ho cambiato vita, dal febbraio 2023, quando mi hanno sospeso: lavoro nell’azienda di famiglia, e mi considero fortunato. Per dire, avessi fatto il maestro di tennis, avrei fatto una brutta fine.
Detto che io non ho mai preso nulla, neanche integratori, temo che i giudici vivano in un mondo bellissimo, fatto di Us Open e Wimbledon. Penso che non abbiano la benché minima idea degli altri livelli, dal numero 250 in giù.
In quegli ambienti lì vale tutto, il controllo è praticamente nullo, dall’inizio alla fine. Per fare un esempio, solo verso il termine dei processi, dopo infinite mancate risposte dal direttore del torneo, hanno rintracciato il fisioterapista che mi avrebbe accidentalmente contaminato.
Se hai l’allenatore, lo condividi con altri otto atleti, idem il fisioterapista. E poi, le camere insieme agli altri giocatori, i voli notturni, i taxi collettivi per andare al torneo. Ha presente quanti sono i rischi di contaminazione?”.
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