I grandi campioni, si sa, sono innanzitutto degli attenti osservatori dello sport che praticano. E ovviamente non fa eccezione Jannik Sinner, il quale, durante la parentesi di Coppa Davis della scorsa settimana, ha dimostrato per l’ennesima volta di avere un occhio speciale per tutto ciò che riguarda le dinamiche tennistiche. Una dote, la sua, che assieme all’infinito talento, lo ha portato ad attestarsi sulla vetta del ranking mondiale.
Il fatto risale all’incontro di singolare valido per la sfida Italia-Olanda tra Matteo Berrettini e Botic Van de Zanschulp. Il temibile tennista olandese stava creando non poche difficoltà all’azzurro, che, dal canto suo, sembrava non riuscire a prendere le contromisure al gioco dell’avversario. Il primo set era terminato 6-3 in favore del rappresentante delle selezione oranje: a Matteo serviva una scossa, ma soprattutto qualche variazione tattica in risposta.
A quel punto Sinner – che si è presentato a Bologna, pur non essendo convocato, per stare vicino alla squadra – ha deciso di spogliarsi degli abiti del semplice osservatore per vestire quelli di coach/consigliere. Il giovane altoatesino, come raccontato da Andrea Vavassori – doppista azzurro che era lì in panchina in attesa di giocare la sera – ai microfoni de Il Corriere dello Sport, ha dato una dritta a Berrettini che poi si sarebbe rivelata decisiva ai fini dell’affermazione del romano per 3-6, 6-4, 6-4.
“I suoi spunti tecnico-tattici sono sempre interessanti. È il numero 1 e vede il gioco da numero 1“, ha affermato Vavassori parlando di Sinner. “Alcuni momenti li ha letti in maniera incredibile, come quando ha suggerito a Matteo di rispondere qualche passo più indietro per iniziare lo scambio con il dritto carico in top spin. È stata una delle chiavi del successo di Berretto”, ha poi aggiunto Wave, regalandoci un retroscena emblematico della grandezza di Jannik.
Retroscena riportato anche da capitan Pippo Volandri, il quale ci ha tenuto a sottolineare un aspetto in particolare della vicenda: “Glielo avevo detto anche io ma si vede che quelle cose, dette dal numero 1 al mondo, fanno un altro effetto“, ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport. “Ha dato un bell’aiuto a Matteo quando era in difficoltà contro Van de Zandschulp, gli ha detto di rispondere un po’ più a destra e indietro e da lì ha iniziato ad avere palle break”, ha poi aggiunto l’ex tennista livornese.
Insomma, alla Unipol Arena di Bologna è stato un Sinner-show nonostante il nativo di San Candido sia rimasto soltanto ai margini del campo. La speranza è che la sua leadership, nonché la sua saggezza tennistica, possano portare l’Italia a bissare il trionfo dello scorso anno.
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