Sembra che stia per calare il sipario sul caso doping attorno a Jannik Sinner. Un esperto dei laboratori della WADA, rimasto anonimo dopo l’intervista a La Stampa, ha annunciato che l’agenzia mondiale non procederà con il ricorso.
Le parole dell’esperto
Come tutti sanno, Sinner è stato trovato positivo al Clostebol (si tratta di miliardesimi) prima dell’inizio dello US Open. I fatti risalgono al masters1000 di Indian Wells, quando nel sangue dell’azzurro è stata trovata la sostanza vietata. Immediatamente, gli organi competenti si sono attivati e sono arrivati alla conclusione di non squalificare l’azzurro, ma decurtare punti e montepremi ottenuti nel torneo californiano di marzo.
Nonostante l’innocenza, in molti si sono scagliati contro il numero 1 del mondo, su tutti quello che può considerarsi ormai l’ex tennista (una sola partita ufficiale tra 2023 e 2024) Nick Kyrgios. Tanti altri, al contrario, hanno riconosciuto la non colpevolezza di Jannik.
Da parte sua, l’azzurro è riuscito a farsi scivolare addosso le critiche arrivate ed è riuscito a vincere il secondo titolo slam della propria carriera allo US Open 2024 (terzo giocatore nella storia insieme a Jimmy Connors e Guillermo Vilas a vincere i primi due slam della carriera nella stessa stagione).
La confessione
Al termine di Flushing Meadows, però, sono tornati gli spettri di un processo, con la WADA che sembra ancora essere sul piede di guerra. Dalle colonne de La Stampa, però, sono arrivate delle ottime conferme dall’interno dell’agenzia mondiale, che non dovrebbe essere intenzionata a procedere con il ricorso. Ecco le parole di un esperto (rimasto anonimo).
“La quantità di Clostebol è un cucchiaino di caffè sciolto in una piscina. Cinquanta picogrammi per millilitro di sangue. Un picogrammo equivale a un millesimo di miliardo di grammo; quindi, parliamo della punta di un cucchiaino di caffè sciolta in una piscina olimpica.
Per scovare chi ha fatto uso anche molto tempo prima di questi anabolizzanti, magari gareggiando in Paesi dove di controlli antidoping se ne fanno pochi o niente. Mentre, nel caso di Sinner, che ha giocato a ritmo serrato in molti tornei internazionali è difficile non ci siano stati test nei due mesi che hanno preceduto la scoperta di questa contaminazione con il Clostebol.
La WADA si limiterà ad acquisire più documentazione possibile per far sì che il caso del campione italiano non apra la strada a chi con i testosteronici si dopa davvero”.
I commenti sono chiusi.