Lo US Open va avanti e Jannik Sinner stanotte si giocherà il pass per il penultimo atto del torneo con Daniil Medvedev in una sfida ritenuta a giusta ragione una “finale anticipata” (qui la preview completa). Alla vigilia del match, tuttavia, continua a far discutere l’ormai arcinoto “caso doping” che ha coinvolto – suo malgrado – il giovane altoatesino e che ha generato grande divisione tra appassionati ed addetti ai lavori. Anche tra due leggende di questo sport, le quali nelle ultime ore hanno espresso per la prima volta il loro parere in merito alla vicenda. Ci riferiamo a Rafael Nadal e Roger Federer.
Sinner, il caso doping continua a far parlare di sé: i pareri di Nadal e Federer
Sia lo spagnolo che lo svizzero si sono detti sicuri dell’assoluta buona fede e dell’innocenza di Sinner. Mentre però Rafa non ha manifestato alcuna perplessità anche sull’operato di chi si è occupato del caso di Jannik, lo svizzero – seppur con la consueta eleganza che lo contraddistingue – ci ha tenuto a fare alcune precisazioni abbastanza emblematiche di quale sia il punto di vista.
Nadal: “Credo nella buona fede di Sinner e nella giustizia”
“Conosco Jannik e sono convinto che non abbia agito in malafede e non abbia mai voluto doparsi“, ha esordito Nadal ai microfoni del programma televisivo ‘El Hormiguero’. “Credo nella buona fede delle persone e sono sicuro che se è stato dichiarato innocente è perché il tribunale ha visto chiaramente che ciò che è successo non era punibile“, ci ha poi tenuto a sottolineare.
Infine, Rafa ha concluso il suo intervento con una chiosa da applausi: “La giustizia è giustizia, non dobbiamo farcela piacere solo quando decide quello che noi vogliamo. Non credo che lo abbiano giudicato innocente semplicemente perché è il numero 1 al mondo. L’opinione di tutti è rispettabile e la mia è questa”.
Federer: “C’è una domanda a cui si deve dare una risposta”
Come dicevamo, anche Federer ha voluto dedicare parole di solidarietà al classe 2001 nostrano. “È un rumore che non vorremmo mai sentire nel nostro sport, questo tipo di notizie, indipendentemente da chi abbia o non fatto qualcosa o meno. È una situazione difficile. È l’incubo di ogni atleta essere accusato di doping“, ha esordito lo svizzero ai microfoni di Today. “Compiliamo questi moduli ogni giorno e la cosa vive con te. Ogni mattina, appena ti svegli, sai che potrebbe già esserci qualcuno alla porta per venire a controllarti. Una condizione che influisce sul tuo stato psico-fisico di atleta professionista”, ha aggiunto.
Poi, però, entrando nel merito della vicenda, non si è sottratto dall’evidenziare: “L’importante è poi fidarsi della decisione presa dalla commissione medica, ma capisco la frustrazione di chi si chiede se sia stato trattato come tutti gli altri e credo che proprio questo sia il punto di partenza. Tutti noi siamo convinti che Jannik non abbia fatto nulla, ma perché abbia potuto giocare prima del responso d’innocenza è la vera domanda a cui si deve dare una risposta“.
Insomma, come dicevamo in apertura, King Roger – un po’ come tanti colleghi di Sinner – ritiene che sarebbe necessario fare maggiore chiarezza circa le modalità con cui è stata giudicata la situazione dell’altoatesino. Nel dettaglio, sul perché non sia stato sospeso in attesa di un verdetto definitivo.
Certo, lo svizzero non ha parlato di favoritismi, a differenza di altri, ma le sue considerazioni hanno finito per conferire ulteriore clamore a una questione che, probabilmente, è destinata a tenere banco ancora per qualche settimana (o addirittura mese). La speranza è che ciò non possa alla lunga distrarre l’azzurro dai tanti obiettivi che si è prefissato.
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