Nella notte italiana si è registrato il primo clamoroso colpo di scena allo US Open 2024. Carlos Alcaraz è stato sonoramente sconfitto al secondo turno per mano dell’olandese Botic Van de Zandchulp, protagonista di una prestazione sontuosa dinanzi alla quale una versione opaca del giovane murciano si è arresa con un 6-1, 7-5, 6-4 maturato in poco più di due ore.
Si tratta di una battuta d’arresto parecchio dolorosa per il numero tre al mondo, che al prossimo aggiornamento della classifica perderà svariate centinaia di punti (difendeva la semifinale raggiunta nel 2023) e potrebbe ritrovarsi in quarta posizione. Una vera mazzata per un giocatore che non ha mai nascosto l’obiettivo di chiudere la stagione in vetta.
US Open, tutta la delusione di Carlos Alcaraz
Come normale che sia, il tonfo del numero tre al mondo è stato accolto con molto stupore da appassionati ed addetti ai lavori. Del resto, lo stesso classe 2003 iberico è apparso abbastanza perplesso, oltre che deluso, nella consueta conferenza stampa post-gara.
“Non so cosa dire in questo momento. Prima di tutto, penso che abbia giocato alla grande. Ha giocato davvero un buon tennis. Pensavo che mi avrebbe concesso più punti. Più punti gratuiti, insomma. Quindi ero un po’ confuso. Non sapevo come gestirlo, come affrontarlo. Non riuscivo ad aumentare il mio livello“, ha esordito Alcaraz parlando della partita.
“Penso che il mio livello sia rimasto allo stesso punto per tutto l’incontro, e non è stato sufficiente per vincere la partita o per darmi la possibilità di entrare in partita o per cercare di darmi delle opportunità. Non mi sentivo bene a colpire la palla. Credo di aver commesso molti errori. Quando volevo o pensavo di rimontare, era troppo tardi”, ha sottolineato.
Nel corso dell’incontro con i giornalisti, Alcaraz si è poi soffermato sull’aspetto mentale lamentando una condizione abbastanza critica. “È stata una lotta contro me stesso durante la partita. Nel tennis giochi contro qualcuno che vuole la tua stessa cosa, vincere la partita, e devi essere il più calmo possibile solo per pensare meglio durante la partita e cercare di fare cose buone. Oggi stavo giocando contro l’avversario e stavo giocando contro me stesso, nella mia mente. Insomma, c’erano un sacco di emozioni che non riuscivo a controllare“, ha rivelato. “Ero in vantaggio in alcuni punti. Poi perdo qualche punto, mi abbatto. Era una montagna russa nella mia testa. Non posso essere così se voglio pensare a grandi cose, quindi devo migliorare. Devo imparare. Mentalmente non sono a posto, non sono forte“, ha poi aggiunto con grande onestà.
Lo spagnolo ha inoltre spiegato che non è la prima volta in cui incorre in una difficoltà di tale portata: “In alcune partite mi sono sentito così e dopo mi sono sempre detto la stessa cosa: pensa e impara. Il problema in questo momento è che penso che non riuscirò a cambiare“. Il giovane Carlos, tuttavia, non ha voluto darsi alibi. “La sconfitta in finale alle Olimpiadi non ha influenzato affatto la mia mentalità. Il calendario fitto? Probabilmente ha influito, sono arrivato qui con un’energia inferiore a quella che pensavo di avere. Ma non voglio usare questa come scusa. Forse sono un giocatore che ha bisogno di più giorni o più pause nei tornei più importanti. Quindi devo pensarci e devo imparare a farlo“, ha concluso.
Insomma, è un Alcaraz deluso e addolorato, ma anche pensieroso, quello che lascerà New York con un pugno di mosche in mano. Staremo a vedere se e come Carlitos riuscirà a reagire in vista di un finale di stagione ancora ricchissimo di traguardi importanti.
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