Più passano le ore e più si ingrandisce la polemica attorno alla positività al doping di Jannik Sinner, sebbene il quadro completo della situazione sia ampiamente delineato: il giovane azzurro è innocente, ragione per cui l’Itia ha deciso di non squalificarlo. Un concetto ancora non chiaro a tutti, dal momento che continuano a susseguirsi considerazioni abbastanza fuori luogo che creano un danno d’immagine importante al numero uno al mondo. Fortunatamente si tratta di casi isolati, mentre la maggior parte di appassionati ed addetti ai lavori si è stretta attorno all’altoatesino esternando grande solidarietà. È il caso di Marco Bortolotti, bravo doppista italiano che ben conosce la situazione in cui oggi si trova Jannik.
Qualche mese fa, infatti, il 33enne emiliano – numero 87 del ranking di doppio – è stato trovato positivo al Clostebol durante un controllo di routine, e proprio come Sinner è riuscito a dimostrare la sua innocenza risolvendo la questione in breve tempo. Lo ha raccontato in un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, in cui si è a lungo soffermato su quanto accaduto a Jannik e sul polverone alzatosi da qualche giorno a questa parte.
“Capisco benissimo: ti vedi il mondo crollare addosso e gli sforzi di una vita infranti“, ha esordito Bortolotti ai microfoni della Rosea. “Jannik starà vivendo giornate molto stressanti. È un danno enorme per la tua immagine: quando è successo a me, ho sùbito pensato che avrei avuto difficoltà nel diventare allenatore, che è quello che vorrei fare”, ha poi aggiunto rivivendo il suo dramma.
Come Sinner, anche Bortolotti è stato ritenuto innocente al termine di un’indagine approfondita. “Posso dire che un doping volontario con il Clostebol è da imbecilli. Non è uno steroide che ti dopa, ma – se vieni a contatto – potresti essere colpevole. È quello che è accaduto a Sinner, ma anche a me. […] a fine novembre mi è stato comunicato l’esito e sono stato in ballo con questa storia fino a inizio febbraio: come accaduto con Sinner, potevo giocare mentre l’indagine andava avanti. Se entro la scadenza la situazione non fosse stata risolta, avrei rischiato la sospensione. Ma il caso si è chiuso per tempo: la versione offerta da me e dal mio avvocato corrispondeva con i test di laboratorio che sono stati fatti. Siccome è stato constatato che stavo dicendo la verità e che non sapevo di essere venuto a contatto con il Clostebol, sono stato scagionato”.
Nel corso della chiacchierata, Bortolotti ci ha tenuto a rispondere a coloro che parlano di una differenza di trattamento nei confronti di Jannik. “È assurdo: è tutta gente invidiosa, che non sa di cosa stiamo parlando. Pensi che anche io, che ci sono passato, non so ancora esattamente cosa sia il Clostebol. Mi sono informato tanto e adesso penso di aver più diritto di parola di Kyrgios, che si esprime senza aver alcuna idea“, ha affermato il tennista italiano.
Bortolotti ha affrontato anche il tema delle conseguenze che possono scaturire da una vicenda di tale portata. “Quanto deve essere stato difficile per Sinner affrontare questi mesi? Durissima. A me è uscito un fuoco di Sant’Antonio, ho vissuto in una perenne tensione: ogni volta che leggo una mail da parte dell’Itia, sto male. È successo anche l’altro giorno quando mi proponevano la lezione gratuita sull’antidoping. Mi si ferma il cuore”.
Infine, ha concluso manifestando la sua vicinanza incondizionata al nativo di San Candido: “Lo appoggio totalmente: sono situazioni difficili da affrontare. Sinner ha una personalità molto forte, ma siamo tutti umani: è difficile restare indifferenti di fronte ad accuse così. Ti vedi infamato dopo aver investito in una passione per tutta la vita, dando tutto e facendolo con gioia”.
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