Il match teso tra Darderi e Cobolli non è stato un “drama”

Ha fatto molto discutere il match con nervi a fior di pelle fra Flavio Cobolli e Luciano Darderi, vinto dal tennista romano in due set, con ritiro forzato dell’italo-argentino a metà del secondo.

Siamo a Cincinnati, Masters 1000 di primaria importanza, ultimo torneo di grande prestigio prima dello US Open. I due classe 2002 si giocavano l’accesso agli ottavi di finale, dopo aver vinto entrambi i rispettivi match di esordio contro tennisti del livello di Alejandro Tabilo e Tommy Paul. Un match molto importante anche in ottica ranking.

Insomma, gli ingredienti per assistere a qualcosa di scoppiettante c’erano tutti. In realtà si è andati oltre allo “scoppiettante”. Il casus belli sono state le condizioni fisiche di Darderi, che non era al meglio ed è partito molto contratto, concedendo subito il break in apertura all’avversario.

Col passare del tempo però Luciano rientra in partita, piazza il contro-break e si procura addirittura un set point, prima di capitolare al tie-break. Un rientro che non è piaciuto a Cobolli, che di fatto ha accusato apertamente Darderi di fingere di stare male. Il match si innervosisce parecchio e il giudice di sedia (l’italiano Alessandro Germani) fatica a tenere a bada le lamentele di Darderi, molto colpito dalle accuse dell’avversario.

L’epilogo arriva nel secondo set quando, sul 3-1 per Cobolli, Luciano getta la spugna e si ritira. Evidentemente, quindi, non fingeva. Flavio si accorge (forse troppo tardi) di aver preso un granchio e si scusa con il coetaneo, che però accoglie molto freddamente il suo “tardivo pentimento”.

La parola più usata sui social di tutto il mondo per descrivere quanto accaduto nel match tra Cobolli e Darderi è stata “drama”. Per un pubblico non più tanto abituato a questo tipo di cose, un litigio in campo tra due ragazzi di 22 anni è un dramma. In un’epoca in cui il tennis è spesso considerato prigioniero del politically correct, tutto ciò che esce da questo schema è esaltato, amplificato, sviscerato.

In realtà si tratta di un episodio come ce ne sono migliaia al giorno sui campi da tennis di tutto il mondo, che dimostra come questi ragazzi, in fondo, non siano dei cyborg creati in laboratorio ma persone in carne ed ossa, con i loro limiti e i loro difetti. Cobolli ha sbagliato ad accusare Darderi di fingere? Sicuramente sì ma, vivaddio, è stato il primo ad accorgersene e chiedere scusa. Darderi non ha apprezzato le scuse tardive? Avrà modo di farlo, quando farà sbollire la rabbia.

Ma in tutto questo, fidatevi, non c’è niente di “drammatico”. È tutto tremendamente normale! E ora in bocca al lupo a Flavio per il suo ottavo di finale contro Hubert Hurkacz.

 

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