Lorenzo Musetti, dopo le fatiche all’Atp250 di Umago, ha sconfitto all’esordio alle Olimpiadi il francese idolo di casa Gael Monfils e i fischi del pubblico. Nella conferenza successiva al match, l’azzurro si è sfogato, sottolineando il comportamento deprecabile degli appassionati allo stadio.
Il commento di Lorenzo
Poche ore di distanza tra una finale e un primo turno. Il risultato, per fortuna, completamente diverso: Musetti si riesce subito a rialzare dopo la sconfitta in finale all’Atp250 di Umago e sconfigge in due set l’idolo di casa francese Monfils sul Philippe Chatrier. L’azzurro concede le briciole all’avversario, nonostante un tifo da stadio sulle tribune e dei fischi gratuiti nei suoi confronti.
Lorenzo, nella conferenza stampa successiva al match, tra le altre cose ha sottolineato proprio questo aspetto (come riportato da Ubitennis).
“Credo che questa partita si racconti da sola. È stata sicuramente una sfida veramente importante per me per riconfermare il bel momento che sto vivendo e soprattutto per andare oltre i tanti ostacoli che ho dovuto affrontare in queste ore. La stanchezza di ieri sera, di una partita comunque persa amaramente, quella delusione che poteva sfociare poi in stanchezza e in una performance non adeguata. Invece è successo tutto il contrario per fortuna. La frustrazione, l’amarezza che avevo ieri sera per aver perso quella partita mi hanno dato grande energia, una spinta in più che oggi sicuramente si è vista. Sono stato molto bravo soprattutto a gestire la situazione in un secondo set più combattuto e in cui il pubblico francese ha iniziato a farsi sentire di più: non giocavo solo contro Gael, ma anche contro molti, molti tifosi.
Ho finito il match alle undici e mezza circa e, dopo aver risposto alle domande della stampa, doccia e tutta la routine post-partita, sono arrivato in camera dopo l’una. Per fortuna ho una compagna che è una santa e aveva già preparato tutte le valigie, ma comunque con tutta quell’adrenalina non sono riuscito propriamente a dormire. Avevamo l’aereo alle otto, ma ci voleva un’oretta in auto per arrivare in aeroporto quindi ci siamo svegliati intorno alle sei. Sono atterrato a Parigi alle 9:45, arrivato all’hotel verso le 11 e non avevo ancora preso niente di tutto l’abbigliamento del Team Italia. Avevo il riscaldamento programmato alle 16, ma quando sono arrivato Pegula era già in vantaggio per 6-3 2-0 quindi non c’è stato molto tempo neanche per quello. Forse non fermarmi mai è stato meglio per me oggi, mi ha permesso di non scaricare l’adrenalina che avevo addosso e partire bene.
Non mi sono piaciuti tutti quei fischi all’ingresso in campo, queste sono cose che non gradisco perché a me piacciono i sani valori come il rispetto. Comprendo il tifo, ma i fischi all’ingresso in campo mi sono sembrati esagerati. Dopo la vittoria allora ho indicato lo stemma dell’Italia per far capire che anche noi ci siamo e vogliamo vincere. Oggi ho vinto sul campo, che è la cosa più importante”.
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