John McEnroe è intervenuto nell’ennesimo scontro tra Novak Djokovic e il pubblico (questa volta sui campi dell’All England Club). Il serbo si è lasciato andare ad una polemica al termine del proprio match valevole per il quarto turno dell’edizione 2024 di Wimbledon.
McEnroe, dopo le polemiche ricevute nella telecronaca al Roland Garros di una delle partite di Iga Swiatek (si era chiesto perché la polacca non usasse del trucco durante i propri match), è tornato in cabina di commento per Wimbledon. L’americano ha un po’ abbandonato la solita vena polemica (probabilmente sotto enormi pressioni dell’emittente per cui presta il proprio servizio, ESPN) e si è schierato con Djokovic nella polemica successiva al match con Holger Rune.
Il serbo, al termine della sfida, ha inveito contro il pubblico durante l’intervista a bordocampo. I tifosi, per lui, approfittavano del coro in favore di Rune (che assomiglia a due buu) per fischiarlo. Queste le parole di Mc a riguardo.
“Non pensate che ci siano state almeno 100 partite negli ultimi 10-15 anni in cui Djokovic è stato mancato di rispetto a causa della sua bravura? Cosa ha fatto di così grave? Ditemi. Qual è il problema, che lui vuole vincere? Che compete con la stessa intensità di chiunque abbia mai gareggiato? È il suo aspetto o da dove viene?
È come Darth Vader in confronto a due degli atleti più eleganti che abbiamo visto giocare a tennis: Rafael Nadal e Roger Federer. Chi può paragonarsi a loro in termini di ciò che hanno portato al gioco? Nessuno. Poi arriva questo Djokovic a rovinare la festa. Quindi, come la mettiamo con il rispetto che gli è dovuto dopo tutto questo? È di gran lunga colui che ha ricevuto le critiche peggiori ed è per questo che direi che è il più grande di tutti i tempi”.
Dal canto suo, Nole si è così espresso dopo la frustrazione a bordocampo.
“I veri appassionati di tennis che rispettano i giocatori tiferanno sempre per uno o per l’altro, è completamente comprensibile e hanno la libertà di farlo. Ora, se qualcuno esagera, io reagisco. È quello che è successo. Dopo la partita ho detto quello che ho detto”.
Non si può dare torto a Djokovic. Il serbo ha veramente combattuto per tutta la carriera per vincere più titoli possibili per provarsi a meritare, almeno con i numeri, il rispetto da parte dei tifosi di tutto il mondo. Il problema, però, è che gli altri due (Federer e Nadal) saranno per sempre amati non per i numeri, ma per quello che hanno portato su un campo da tennis. Lo svizzero incarna l’eleganza e l’esempio tecnico da seguire sul rettangolo di gioco, mentre lo spagnolo la determinazione e la disciplina che dovrebbero avere tutti i migliori atleti del mondo.
Il serbo, al contrario, non riesce a togliere questo aspetto negativo dal suo carattere: voler piacere a tutti i costi ed esternare il proprio malcontento se qualcuno non lo ama. A Wimbledon, infatti, l’ennesima conferma. D’accordo, i fischi potevano sicuramente evitarli (anche se, basta farci attenzione, quei Ruuuu ci sono in ogni match di Rune e non solo l’altro giorno), ma la reazione al microfono del 24 volte campione slam non porta a nulla.
Le polemiche con arbitro e spettatori, le racchette rotte, le urla di rabbia, le pause al bagno per interrompere il ritmo degli avversari: non ci sono record che tengano per cancellare queste cose dalla memoria collettiva dei tifosi. Nessuno preferirà un altro titolo slam a un comportamento onesto e impeccabile in campo. Proprio per questo motivo in molti si disinteressano dei 24 slam e credono che Federer e Nadal siano i due giocatori più forti e importanti della storia del nostro sport.
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