Come noto, da lunedì Jannik Sinner è ufficialmente il nuovo numero uno al mondo. Nonostante la sconfitta in semifinale al Roland Garros contro il futuro vincitore Carlos Alcaraz, il classe 2001 altoatesino ha superato l’ormai ex leader del ranking Novak Djokovic, in virtù del ritiro del serbo alla vigilia del match valido per i quarti di finale.
Un traguardo storico per il tennis italiano, che mai prima d’ora aveva visto un proprio rappresentante consacrarsi al vertice di questo sport. Un traguardo che, però, qualcuno ha cercato ingenerosamente di sminuire, lasciandosi andare a delle considerazioni abbastanza discutibili…
Wilander e le controverse osservazioni sul primato di Sinner
Ci riferiamo a Mats Wilander, ex numero uno al mondo e vincitore di sette tornei del Grande Slam. Nel dettaglio, l’ex tennista svedese, attuale commentatore televisivo, ritiene che il primato di Jannik nella classifica iridata non corrisponda alla realtà oggettiva dei fatti.
Lo ha detto, davvero, in un’intervista rilasciata ai microfoni dell’Èquipe, durante la quale ci ha invece tenuto ad investire Alcaraz come vero erede dei Big 3:
“Alcaraz ha solo 21 anni e ha dimostrato che non ha bisogno di giocare il miglior tennis per vincere, è il segno del più grande. Le sue chance di vincere altri Slam sono altissime e non per i suoi colpi ma per il suo cervello e il suo coraggio, lui è incredibile. Controlla gli scambi e sembra che il match dipenda sempre da lui. Ha un arsenale immenso e ne sono certo, dopo i Big Three lui è una vera manna per il nostro sport. Sinner? Essere il numero uno è solo una questione di computer, sono solo dati. Le persone preferiranno sempre il tennis dal vivo rispetto a una macchina“.
Ebbene, Wilander ha il diritto di pensarla come vuole e di dire ciò che vuole. Ma tale diritto appartiene anche a noi e non possiamo esimerci dal contraddire le controverse osservazioni dell’ex tennista svedese.
Molto semplicemente, lo facciamo rimanendo ancorati al concetto di “computer” che proprio Wilander ci ha tenuto a tirare in ballo. Perché la classifica altro non è che lo specchio dei risultati ottenuti in campo, e se quel famoso computer segna Sinner a quota 9525 punti non può trattarsi di un caso: la leadership di Jannik è il frutto di mesi trascorsi a maturare successi e titoli quasi senza soluzione di continuità.
Basti pensare che da Pechino in avanti ha vinto 54 delle 60 sfide effettivamente disputate. Numeri da Big 3, che fanno il paio con una lunga lista di titoli: dall’Atp 500 di Pechino all’Atp 500 di Vienna, passando per la Coppa Davis (e questa non aggiunge punti) fino ad arrivare agli splendidi sigilli del 2024 all’Australian Open, all’Atp 500 di Rotterdam e al Masters 1000 di Miami. In mezzo, l’ultimo atto raggiunto alle Nitto Atp Finals 2023 – battendo, peraltro, Stefanos Tsitsipas, Novak Djokovic, Holger Rune e Daniil Medvedev – e infine la recente semifinale nella kermesse parigina.
Insomma, nessuno ha fatto meglio di Sinner negli ultimi otto mesi. E la colpa certo non è dell’altoatesino se un giocatore altrettanto fenomenale come Carlos Alcaraz ha sofferto di svariati problemi fisici dalla scorsa edizione di Wimbledon in poi.
Adesso, noi non sappiamo chi dei due in futuro prenderà in mano le redini del Circus e, con tutta onestà, al momento ci interessa poco: sarà il tempo a dirlo, e noi godremo assistendo e raccontandovi la loro epica rivalità. Quello che ci interessa, al momento, è che sul tetto del mondo vi è un italiano, i cui risultati parlano da soli e non hanno bisogno di interpretazione. Se ne faccia una ragione Wilander, di cui condividiamo la stima per Alcaraz ma non certo le ‘sentenze’ buttate qua e là come un banale frequentatore di circolo la domenica mattina.
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