Angelo Binaghi, intervenuto in conferenza stampa a margine degli Internazionali d’Italia, ha parlato di una delle situazioni che hanno tenuto banco nelle ultime settimane: il ritiro di Camila Giorgi. Il presidente della FITP ha ripercorso una carriera ricca di what if e scelte discutibili.
Le parole del presidente
Giorgi è stata sicuramente una delle tenniste italiane più talentuose degli ultimi dieci anni. Purtroppo, però, a un grande talento non è mai stata abbinata continuità di risultati e uno staff tecnico giudicato da molti non all’altezza della situazione.
L’azzurra, nonostante questo, è riuscita a vincere un Wta1000 nel 2021 (in Canada, a Montreal) e ad entrare in top30 (best ranking al numero 26 del mondo). Nelle ultime due stagioni, però, i risultati sono stati di molto al di sotto delle aspettative e la trentaduenne ha deciso di appendere (a sorpresa) la racchetta al chiodo.
“Chiedo cortesemente per informazioni veritiere di seguire la mia pagina Instagram, perché finora stanno uscendo solo articoli FAKE.
Ai miei adorati fan. Sono felice di annunciare formalmente il ritiro dalla mia carriera tennistica. Sono così grata per il vostro meraviglioso amore e sostegno per così tanti anni. Conservo tutti i bellissimi ricordi”.
A margine degli Internazionali d’Italia, il presidente della FITP Binaghi ha voluto affrontare in conferenza stampa anche questo argomento, andando a ripercorrere la carriera della marchigiana.
“Noi non siamo parte lesa, noi siamo esterni. Poi è ovvio che è un dispiacere immenso per uno dei più grandi talenti del tennis italiano femminile.
Lei aveva le possibilità di raggiungere risultati sportivi superiori a quelli, comunque ottimi, conseguiti. Aveva un talento dieci volte superiore e l’amarezza c’è sempre stata in tutta la carriera della Giorgi.
Con lo staff di Sinner magari sarebbe stata la n.1 e non la n. 30. Se si vuole arrivare al più alto livello possibile, un talento come la Giorgi avrebbe dovuto essere circondata dai migliori specialisti a livello mondiale e questo con Camila non è successo.
Noi ci abbiamo provato a compenetrare questa barriera e in parte è una nostra mezza sconfitta non essere riusciti a completare, non sostituire, il suo team”.
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