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Storie

Le dieci sinfonie di Nadal a Roma, viaggio dentro un’incredibile storia d’amore

Il rapporto speciale tra Rafael Nadal e Roma nasce nell’ormai lontano 2005. Un amore all’improvviso tra un ragazzino infatuato dalla terra rossa ed uno storico scenario, calpestato per la prima volta da un tennista nel 1930.

Proviamo a riassumere con i numeri: nove titoli su quindici partecipazioni (quest’anno è la sedicesima), undici semifinali disputate e vinte. Nessuno come lui nella Capitale.

TUTTI I TRIONFI DI NADAL AGLI INTERNAZIONALI D’ITALIA

Pronti e via, l’esordio nella manifestazione è subito da sogno: l’allora numero sette del ranking alza il trofeo dopo una finale di 5 ore e 14 minuti, battendo Coria 7-6 al quinto set, parziale in cui l’argentino si era portato avanti 3-0. E dire che Rafa era reduce da due ore e mezzo di semifinale contro David Ferrer. Memorabile il piatto di pasta asciutta divorato dallo spagnolo nel bel mezzo della conferenza stampa successiva al trionfo.

All’edizione 2006 degli Internazionali d’Italia Rafa ci arriva da numero due al mondo e da imbattuto da oltre un anno sui mattoni tritati. Nel mirino il record di Guillermo Vilas (53 vittorie consecutive su rosso). Ma veniamo alla finale. O, meglio, all’epica finale. L’ultimo atto contro Roger Federer, all’epoca leader della classifica, è una battaglia incredibile con capovolgimenti continui ed un ritmo avvincente. Si arriva al quinto set, lo svizzero ha due match point sul servizio del maiorchino nel dodicesimo gioco. A Roger non basta neanche il vantaggio di 5-3 nel tie-break. Nadal prosegue così la striscia vincente che si fermerà solo l’anno dopo a quota 81, la più lunga di sempre su una singola superficie.

Il terzo titolo consecutivo è praticamente solo una formalità: dal 2007 in poi la finale si gioca al meglio dei tre set, Nadal ne impiega due a battere Fernando Gonzalez. Più sofferto, sicuramente, il match del giorno prima: per oltre tre ore e mezza, Nikolay Davydenko aveva inondato la metà campo spagnola con i suoi anticipi micidiali, costringendo Rafa a recuperi da vero campione.

Il poker arriva nel 2009, quando l’iberico si presenta per la prima volta a Roma da n. 1 del mondo. Dopo un primo set abbastanza lottato, il campione in carica Novak Djokovic deve soccombere alla furia di Nadal che si riprende la corona.

L’anno successivo è quello del grande spavento in semifinale con Ernests Gulbis. Il tennista di Riga lo fa soffrire e, nel corso del torneo, sarà l’unico a strappargli un set. Nadal parte forte, va avanti di un break, lo perde, ma lo riconquista e stavolta lo porta fino in fondo: è 1-0. Ma Gulbis non ha intenzione di arrendersi. In pochi minuti è 3-0 per il lettone, che non si guarda più indietro e chiude 6-3. Il terzo set è più equilibrato di quanto si possa immaginare: sul 5-4 Nadal va avanti 0-40 e al primo match point può festeggiare l’ennesima finale sul rosso. Ad aspettarlo David Ferrer. Come Djokovic l’anno precedente, però, l’avversario riesce a contenere Nadal soltanto per un parziale: 7-5 / 6-2 il risultato finale, che vale la quinta affermazione del maiorchino.

Nel 2012 Nadal torna a vincere in Italia ancora su Djokovic, ancora dopo una lotta (stavolta agli ottavi) contro Gulbis. Rafa, perso 6-1 il primo set, riesce a rimontare il lettone dopo oltre due ore e mezza di battaglia all’ultimo sangue. Di lì la strada si apre fino alla finale con il tennista di Belgrado, che viene sconfitto 7-5 / 6-3.

Il 2013 è l’anno del settimo trionfo, conquistato ‘agevolmente’ su Roger Federer. Poi, per quattro volte Nadal dovrà vedersi sfuggire la coppa.

La leggenda spagnola ritorna alla grande nel 2018. Ma il percorso non sarà affatto privo di insidie. Già, perché Fabio Fognini gli strappa un set ai quarti, in semifinale becca Djokovic (che si arrende in due parziali) e l’ultimo atto è davvero da film thriller. Al cospetto di Nadal c’è il giovane Alexander Zverev, il quale incassa un netto 6-1 nel primo parziale. Poi la musica cambia. Il tedesco di origini russe restituisce un identico punteggio all’iberico nel secondo set. Si va a quello decisivo. In tal momento l’inerzia del match sembra spostarsi dalla parte dell’enfant terrible, che è in piena fiducia. Ma chi non molla viene premiato, si dice, ed arriva la pioggia a rafforzare le speranze di Nadal. Incontro sospeso, per ben due volte. E qui veniamo alla forza mentale: si torna in campo, Zverev si porta avanti 3-2 con break. Tutto fatto? Per nulla, perché il tedesco non riesce ad ottenere più alcun gioco. Nadal ne vince quattro consecutivi e porta a casa il suo 78esimo titolo in carriera. I 1000 punti gli consentiranno di riscavalcare Federer e presentarsi al Roland Garros, casa sua, da numero uno.

L’inizio 2019 è da incubo per Nadal, che non consegue un trofeo dall’agosto precedente in Canada.

Lo spagnolo, tuttavia, riesce a ritrovare il bandolo della matassa e a vincere per la nona volta gli Internazionali d’Italia battendo per 6-0 4-6 6-1 il numero del ranking Novak Djokovic. Una battaglia, di certo, non memorabile, ma che proietta lo spagnolo verso il dodicesimo trionfo al Roland Garros.

L’ultimo successo arriva nel 2021. Rafa alza al cielo il trofeo per la decima volta, sconfiggendo in finale, ancora una volta, Novak Djokovic con il punteggio di 7-5, 1-6, 6-3 e mandando in visibilio l’adorante pubblico del Foro (purtroppo ancora a ranghi ridotti a causa della pandemia). Da segnalare che, in quella stessa edizione, Nadal fa il suo esordio ai sedicesimi di finale sconfiggendo in due set (7-5, 6-4) un non ancora ventenne Jannik Sinner.

Giuseppe Canetti

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