La rivalità tra Pete Sampras ed Andre Agassi è stata una delle più avvincenti della storia del tennis. I due hanno dominato tra la metà degli anni Novanta e gli inizi degli anni Duemila, conquistando ben 22 prove dello slam (otto Andre e 14 Pete) e sedendo per diversi anni al numero 1 del mondo.
La rivalità Sampras-Agassi
Due stili di gioco completamente diversi e due personalità, se possibile, ancora più lontane l’una dall’altra. La rivalità tra Sampras e Agassi ha caratterizzato una lunga stagione del tennis, quella precedente al grande vuoto di potere prima dell’avvento dei Big Three (Novak Djokovic, Roger Federer e Rafael Nadal).
I due si sono affrontati in 34 occasioni, con Pistol Pete uscito vincitore per ben 24 volte (Agassi si è dovuto accontentare di dieci successi).
In un’interessante intervista con il Guardian nel lontano 2001, Agassi svelava dei tratti molto particolari e curiosi del rapporto con Sampras dentro e fuori il campo da gioco.
“Pete ed io abbiamo grandi ricordi insieme. Quando non affrontiamo le partite nel modo giusto, però, sembra che non vogliamo essere lì. Alcune nostre partite non hanno veramente mostrato quello che siamo capaci di fare.
Credo che sia io che lui riusciamo a sporcare un po’ il gioco dell’altro e ci riusciamo a dare parecchio fastidio. Lui è una spina nel fianco per me, ma è questo che lo rende un avversario veramente speciale.
Siamo completamente diversi, non sembra nemmeno che apparteniamo alla stessa specie. Credo che il più grande incubo che possiamo avere è svegliarsi l’uno nei panni dell’altro”.
Qualche anno più tardi, con i due ormai ritirati, Sampras ha voluto raccontare alcuni aneddoti delle rispettive vite fuori dai campi da gioco.
“Ovviamente, non ci sentiamo tutte le settimane, ma se lui si trova a Los Angeles o io sono a Las Vegas sicuramente facciamo qualcosa con le nostre famiglie.
La cosa più bella che penso ci possa essere capitata è che, nonostante abbiamo lottato per i titoli più importanti, siamo riusciti a diventare anche amici. È un qualcosa di speciale per quello che siamo riusciti a creare e a far vedere al mondo”.
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