Corrado Barazzutti, sulle colonne della Gazzetta dello Sport, ha voluto analizzare l’errore arbitrale avvenuto durante il match tra Jannik Sinner e Stefanos Tsitsipas al masters1000 di Montecarlo. Secondo il campione della Coppa Davis 1976, l’altoatesino si sarebbe dovuto fermare e chiamare l’intervento dell’arbitro.
Le parole del Barazza
È sotto gli occhi di tutti cosa è successo durante la semifinale del masters1000 di Montecarlo tra Sinner e Tsitsipas. L’azzurro è avanti di un break al terzo set ed ha l’opportunità per l’allungo decisivo. Il greco commette un palese doppio fallo e sembra consegnarsi al proprio destino. Cosa c’è che non va? Beh, il doppio fallo non viene visto né dal giudice di linea né da quello di sedia. Sinner, purtroppo, continua a giocare e perde il punto (e poi la partita, complici i crampi).
Un errore che ha sicuramente pregiudicato la partita e che riporta alla mente un episodio accaduto a Barazzutti nella sfida a Jimmy Connors allo US Open 1977. Proprio da questo esempio è voluto partire il Barazza, che ha poi indicato cosa avrebbe dovuto fare l’attuale numero 2 del mondo.
“Connors? Era un caso diverso da quello di Sinner a Montecarlo. Durante uno scambio, lui aveva tirato un rovescio verso l’esterno, palesemente fuori e non visto dal giudice di linea. Io non ho proseguito lo scambio e ho chiamato l’arbitro a controllare. Peccato che Jimmy arrivò nella mia parte di campo e cancellò il segno passandoci sopra. Sono rimasto basito, ma era inutile perdere energie.
In questo caso Jannik non ha fermato il gioco e purtroppo se si prosegue lo scambio, poi non è possibile chiamare l’arbitro e far controllare il segno.
Nella concitazione dell’azione non ha avuto la certezza matematica che il servizio del greco fosse fuori. È curioso che nemmeno la giudice di sedia l’abbia visto. Forse nessuno dei due era così sicuro. Reazione? Non avrebbe avuto motivo di polemizzare non avendo fermato il gioco.
Sono cose che possono succedere. Jannik è un giocatore maturo e ha un carattere che non lo porta ad avere reazioni esagerate. Non significa che sia arrendevole, lui è sempre un gran combattente in campo. La prossima volta, se avrà il dubbio, si fermerà. Si cresce e si impara a gestire ogni situazione. Jannik è un grande campione”
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