Derby russo tra Daniil Medvedev e Karen Khachanov. Siamo a Montecarlo e si sta giocando l’ottavo di finale che avrebbe dovuto stabilire l’avversario di un ritrovato Stefanos Tsitsipas ai quarti. Il numero 4 del mondo non sta giocando bene, ha perso il primo set, subendo addirittura tre break (che per uno con il suo servizio è quasi un’eresia) ma nel secondo riesce a stare a contatto, procurandosi pure un set point sul 5-4 e servizio Khachanov.
Il connazionale riesce però a tenere il suo turno di servizio e nel game successivo succede il patatrac. Sul 5-5 Medvedev era al servizio quando si è ritrovato ad inseguire a causa di un errore degli arbitri. Un dritto che sembrava fuori non è stato “chiamato” e alla fine è costato caro al russo che si è ritrovato ad inseguire. Il game si è complicato pesantemente per Daniil che ha perso il servizio a causa di un doppio fallo. Apriti cielo: racchetta scagliata ad altezza d’uomo verso i tabelloni, con il rischio di colpire qualcuno.
Richiamato dal giudice sedia Bernardes, Medvedev si è lanciato in uno dei suoi proverbiali show, che ha spinto l’arbitro a convocare il supervisor. “Chi prenderà provvedimenti? Ieri la palla è uscita (durante il match vinto contro Gael Monfils). Questa palla è fuori. Chi si assumerà la responsabilità? Non è mia responsabilità arbitrare le partite. È di questo ragazzo con gli occhiali. Non ha bisogno degli occhiali perché non vede nulla. Ero 15-30, dovrebbe essere fuori dal campo. È il secondo giorno consecutivo! Apri gli occhi! Apri i tuoi dannati occhi e fai qualcosa! Sei seduto lì per quello”.
Una scena brutta e anche un po’ triste. Niente a cui Daniil non ci abbia già ampiamente abituato. Stare a fare l’elenco dei suoi “sbrocchi” sarebbe impresa ardua e lunga. Però la sensazione è che questa volta ci sia qualcosa di più. Che questa ennesima sfuriata nasconda una frustrazione diversa rispetto al passato.
Certo, l’odiata terra rossa (che resta odiata nonostante la parentesi di successo dello scorso anno a Roma) non aiuta a rasserenarlo. Ma forse ad acuire ulteriormente il nervosismo del russo c’è una consapevolezza nuova rispetto al passato, quella di non riuscire, di fatto, più a vincere i match che contano. Una volta il suo “incubo” aveva un nome e un cognome: Novak Djokovic. E una volta, in finale allo US Open 2021, era anche riuscito ad invertire i ruoli, togliendo al serbo il sogno del Grande Slam.
Ora i suoi “incubi” sono due e si chiamano Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Negli ultimi dieci match giocati contro i due prodigi del tennis mondiale, Medvedev ha vinto una sola volta, nel 2023 allo US Open contro lo spagnolo. Nel resto degli incontri (tutte partite importantissime) sono arrivate solo sconfitte. Insomma, è un Daniil che non riesce a ritrovare il bandolo della matassa e si è reso contro che, a 28 anni, ci sono due giocatori di cinque e sette anni più giovani di lui che gli hanno tolto – almeno per il momento – lo spazio che pensava di essersi ricavato per il dopo-Djokovic. Difficile dire se il nervosismo crescente sia dovuto anche a questo. Ma qualcosa fa pensare che non ci stiamo allontanando troppo dalla verità.
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