Toni Nadal, nell’ultima World Tennis Conference, ha parlato di grandi cambiamenti che potrebbero riscrivere il futuro del tennis. Lo zio più famoso del circuito si è lamentato della mancanza di spettacolo e di partite decise dalla forza dei colpi. Con racchette meno performanti, al contrario, si premierebbe la varietà del gioco.
Un gioco basato sulla potenza, senza spettacolo e con poche variazioni. Questo è ciò che ha lamentato Toni Nadal nell’ultima World Tennis Conference. Lo spagnolo, dopo anni nel circuito, è convinto che solamente con racchette meno performanti si potrebbe tornare ad un tipo di tennis ricco di varietà e che premierebbe maggiormente il talento rispetto alla pura forza dei giocatori.
“Il tennis è diventato un altro sport con il passare degli anni: quando ho iniziato a giocare, conquistare un punto non era così facile. Bisognava preparare le giocate per avvantaggiarsi, venire a rete e finire il punto oppure essere un tennista molto abile tatticamente. Al giorno d’oggi, puoi tirare un vincente da qualsiasi posizione.
Purtroppo, il tennis è diventato un gioco in cui la tattica non è più così importante perché con la velocità con cui si gioca non ci sono molte possibilità di apportare cambiamenti tattici. Devi mantenere un ritmo di gioco molto alto, sembra di vedere una partita di ping-pong. Quando siamo arrivati nel circuito agli inizi degli anni 2000 c’erano giocatori che picchiavano forte, altri che giocavano strategicamente come Coria, altri che basavano il loro tennis nello sbagliare pochissimo come Gaudio o Ferrer. Oggi esiste solo un tipo di giocatore: quello che colpisce la palla più forte di tutti gli altri. Non c’è spazio per un giocatore che fa cose diverse.
Per cambiare si possono fare molte cose: la prima è accorciare le racchette. Quelle attuali rendono molto facile effettuare un ottimo tiro, il tennis deve essere un po’ più complicato per premiare la tecnica. Si deve essere aperti allo spettacolo: il tennis è l’unico sport che non ha apportato cambiamenti alle regole in tutta la sua storia. Quando parlo con i vertici dell’Atp dico loro che nei 25 migliori colpi dell’anno non si vede mai un ace. I 25 migliori colpi sono sempre frutto di scambi lunghi e con variazioni: dovrebbero promuovere questo tipo di gioco”.
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