È un implacabile Jannik Sinner il campione dell’edizione 2024 del Masters 1000 di Miami. Reduce dalle affermazioni su Andrea Vavassori, Tallon Griekspoor, Christopher O’Connell, Tomas Machac e Daniil Medvedev, il classe 2001 altoatesino ha sconfitto Grigor Dimitrov in due set mettendo in bacheca il suo tredicesimo titolo Atp, il terzo in questo straordinario inizio di stagione.
Un titolo in virtù del quale l’azzurro da domani sarà il nuovo numero due al mondo (primo italiano di sempre), avendo raggiunto il bottino di punti sufficiente per superare in classifica lo spagnolo Carlos Alcaraz. Un titolo che lo proietta verso la vetta del circuito, traguardo che potrebbe centrare già in estate (qui un nostro recente focus) scalzando anche Novak Djokovic durante la parentesi sulla terra rossa europea. Intanto, diamo un’occhiata a come è maturato l’ennesimo trionfo della sua giovane carriera.
La finale, andata in scena a partire dalle 21 italiane circa, è durata appena 1 h e 13 minuti e si è conclusa col punteggio di 6-3, 6-1 in favore del nativo di San Candido. Quest’ultimo, dopo un fase di studio abbastanza lottata (ha fronteggiato con successo una palla break nel quarto game), è riuscito a rompere l’equilibrio nel quinto game, prima sfoderando una grande difesa e poi colpendo Dimitrov con un bellissimo passante di dritto valsogli il 3-2.
Una volta messa la testa avanti, Jannik ha allungato sul 4-2 con grande autorevolezza. E in seguito, è letteralmente salito in cattedra mandando la frazione in archivio con un ulteriore break piazzato nel nono game (decisivo un passante di rovescio spaziale!). In precedenza aveva avuto due chance per il 5-2, ma il bulgaro si era momentaneamente salvato affidandosi al servizio.
Nelle fasi iniziali della ripresa il copione è stato più o meno simile a quello visto in apertura di match. Poi Sinner ha alzato ulteriormente il livello e non ha concesso all’avversario né palle break né un minuscolo spiraglio per rientrare. Cruciale lo strappo registratosi nel quarto game, ottenuto dal tennista tirolese risalendo dal 40-15, ancora grazie a un dritto devastante che il buon Grigor ha potuto solo ammirare. Qualche minuto più tardi, ne è arrivato anche un altro e il cielo s’è fatto più azzurro che mai sul cemento di Miami, con Jannik a mettere la firma su un’altra pagina storica per il movimento maschile nostrano.
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