Amazon prepara il documentario su Federer: la reazione dello svizzero

Amazon Prime ha annunciato la prossima produzione di un documentario sugli ultimi 12 giorni della carriera di Roger Federer. Intervistato dopo aver assistito ad un’anteprima, lo svizzero non ha nascosto la propria soddisfazione ed emozione per il lavoro fatto.

Le parole del re

Il ricordo dell’addio al tennis di Federer alla Laver Cup 2022 è una delle cose più emozionanti degli ultimi anni nel circuito.

Per questo motivo, Amazon Prime ha fiutato l’occasione ed ha deciso di produrre un documentario sugli ultimi giorni da professionista dello svizzero. Ospiti speciali i suoi più grandi rivali: Rafael Nadal, Novak Djokovic e Andy Murray, che racconteranno aneddoti delle loro sfide.

Intervistato da GQ Sports, il maestro svizzero ha voluto rivelare le emozioni vissute dopo aver assistito ad un’anteprima del lavoro svolto dai registi Joe Sabia e Asif Kapadia.

Beh, a dire il vero non l’ho fatto. Non so come spiegarlo. Era una cosa che non volevo fare. È come scrivere un libro. Non volevo scrivere un libro. Non ero pronto a scrivere la mia storia. Quindi non è mai stata un’idea.

Poi, quando la fine si è avvicinata, e una volta fissata la Laver Cup, la domanda è stata: Vogliamo documentare qualcosa? Forse più per la mia storia, per i miei figli, per gli amici, gli allenatori e la mia squadra.

Che ne dite se filmassimo un po’ di cose? Così almeno avremmo qualcosa, perché non abbiamo quasi nessun dietro le quinte della mia vita perché non voglio mai nessuno intorno.

Così sono venuti e ho detto: ‘Beh, probabilmente vorrete vedere prima, durante e dopo’.

E poi Joe mi ha detto: ‘Ehi, ho così tanti filmati ed è così incredibile che sarebbe uno spreco non condividerli. Posso proporvi un documentario di un’ora?’. E io: ‘Ok, certo, ma non è questo il punto. Ma sì, certo, fammi vedere’. È super emotivo, duro da guardare. Lo guardo con Mirka e Tony e pensiamo: ‘Oh, mio Dio, wow’. Subito dopo ci siamo ritrovati a fare un’ora e mezza di film, come se fossero gli ultimi 12 giorni della mia vita.

Ho assistito a una proiezione l’altro giorno, è stata dura. Ho pianto tipo sei volte. Penso che ci siano molti momenti in cui si sente la sofferenza di cui parlavo. Si vede la fine e c’è questo punto finale, ma è bellissimo.

Probabilmente anche per me, dal punto di vista emotivo, è stata dura. Mi chiedo come lo vedrà lo spettatore. Penso che sia molto bello e che per molti atleti sarà bello vedere come sono uscito di scena.

Parliamo di sofferenza mentale, emotiva. Attraversa il corpo, letteralmente. È un’esperienza che coinvolge tutto il corpo”.

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