Il tennis in Italia ha avuto fortune alterne. Ha vissuto momenti epici negli anni ’60 e ’70 e la Davis del 1976 è stato il punto più alto. Poi la curva è stata in discesa fino agli inizi degli anni 2000, quando l’avvento di grandi protagonisti internazionali ha portato maggiore popolarità globale allo sport. Popolarità che ha contagiato anche il Belpaese.
L’Italia, dobbiamo onestamente ammetterlo, ha avuto ben pochi tennisti di alto livello. Sono meno di cento le vittorie nei tornei Atp nell’era Open e di queste solo due vittorie in tornei del Grande Slam e cinque vittorie nei Masters 1000 (nelle varie denominazioni avute negli anni). Ma negli ultimi anni la tendenza si è invertita, sull’onda dei successi di Fabio Fognini, Matteo Berrettini e, soprattutto, Jannik Sinner. Ora proveremo a stilare una classifica, consapevoli di parlare di periodi diversi e che non tutti saranno d’accordo.
Una classifica in divenire, che varia anche grazie alle vostre segnalazioni.
#10 Paolo Canè
Ha vinto tre titoli Atp tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. Giocatore estroso ed emotivo, molto amato dagli appassionati, dotato di grande tecnica e di un delizioso rovescio a una mano. Parlando di se stesso, ha sempre riconosciuto di essere “un tennista molto bello da vedere”, ma con un gioco (e una carriera) contraddistinta da tanti alti e bassi. Non ci sentiamo di escluderlo dalla top-10 dei migliori giocatori italiani.
#9 Omar Camporese
E’ stato il giocatore di punta italiano tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. La sua mission impossible era non far rimpiangere la generazione precedente, quella che aveva portato l’Italia al trionfo nella Davis del 1976. Missione che però ha fallito. Talento puro, ma poco propenso al sacrificio. Genio e sregolatezza, amato da molti e criticato da altrettanti. Il suo palmares conta di solo due titoli Atp vinti (Rotterdam e Milano) entrambi sul sintetico ed entrambi contro grandissimi del tennis mondiale, Lendl e Ivanišević). Ma più che per le sue vittorie è ricordato per le incredibili maratone contro Boris Becker. E’ stato il numero 18 del mondo nel 1992, mentre il miglior risultato in uno slam è il quarto turno agli Australian Open nello stesso anno.
#8 Andrea Gaudenzi
A raccogliere il testimone da Camporese fu proprio Andrea Gaudenzi, anche se giocarono su per giù nello stesso periodo. L’anno di grazia fu il 1995, quando raggiunse la posizione numero 18 nel ranking Atp. Ha vinto tre tornei e perso ben sei finali. Ha portato l’Italia alla finale di Davis nel 1998, ma nel primo incontro contro Magnus Norman fu costretto a ritirarsi al quinto set sul punteggio di 6-6 a causa un infortunio al tendine della spalla, che si ruppe di netto durante uno scambio. Il miglior risultato in carriera in uno slam è il quarto turno al Roland Garros del 1994. Una curiosità Gaudenzi nel finale di carriera fu in grado di sconfiggere un giovanissimo Roger Federer (ed è trai pochi tennisti al mondo ad avere un saldo positivo contro il fenomeno svizzero). Inoltre fu colui che disputò l’ultimo incontro al Roland Garros contro Pete Sampras, con il campione statunitense battuto che non giocò più il torneo.
#7 Andreas Seppi
Il tennista altoatesino è ancora in attività e in top 100. E’ un italiano atipico, tennisticamente parlando, infatti è più a suo agio su superfici veloci che sulla terra battuta, punto di forza dei tennisti azzurri. Ha vinto tre tornei su tre superfici diverse ed è stato il primo italiano a vincere un torneo su erba (Eastbourne 2011). Possiamo considerarlo uno specialista dell’erba, infatti sulla superficie conta in carriera un record positivo con 60 vinte e 46 perse (aggiornato al 2019). Ha raggiunto la diciottesima posizione (best ranking) nel 2013, ma ha iniziato la scalata l’anno precedente con 4 finali di cui 2 vinte. Negli slam ha raggiunto per due volte i quarti di finali: Australian Open nel 2009 e Us Open nel 2011 in doppio. Può vantarsi di aver vinto sia contro Rafa Nadal che contro Roger Federer.
#6 Paolo Bertolucci
Dotato di un talento sopraffino, ma poco supportato dal fisico. Paolo Bertolucci è stato uno degli eroi della Davis del 1976, portando in coppia con Adriano Panatta il punto decisivo nel doppio. Il suo best ranking in carriera è stata la posizione numero 12 nell’agosto 1973. Ha vinto 6 tornei (tra cui 3 volte Firenze) e perso altrettante finali. Ma è stato in doppio che ha dato il meglio di se. In coppia con Adriano Panatta ha conquistato ben 13 tornei. Nel 1977 vinse ben tre tornei. Il suo miglior risultato negli Slam è un quarto di finale al Roland Garros nel 1973, anche questo dimostra come sia stata la terra battuta la sua miglior superficie.
#5 Fabio Fognini
E’ un giocatore dal talento cristallino, ma la sua indolenza, la poca costanza e i suoi atteggiamenti gli hanno impedito di vincere più dei 9 tornei vinti (in Italia nell’era Open è secondo solo ad Adriano Panatta). Grazie alla vittoria nel Master 1000 di Montecarlo e ad alcuni piazzamenti nei tornei successivi è riuscito ad entrare in top ten, è stato nono in classifica nel luglio 2019. Ma la sua poca costanza di risultati lo ha fatto uscire subito dai migliori 10. Il ligure è anche un grande doppista ed è riuscito nel 2015 in coppia con Simone Bolelli a vincere l’Open d’Australia. Il suo miglior risultato in uno Slam sono i quarti di finali raggiunti nel 2011 al Roland Garros.
#4 Corrado Barazzutti
Fu uno dei tre alfieri del tennis italiano degli anni ’70. Protagonista insieme a Paolo Bertolucci ed Adriano Panatta della vittoria in Davis del 1976 e delle finali perse del 77, 79 e 80. Ha raggiunto la settima posizione in classifica Atp nell’agosto del 1978. Insieme a Panatta è l’unico italiano ad essersi mai qualificato ai Masters (oggi finali Atp). Ha conquistato 5 vittorie nei tornei Atp, perdendo 8 finali. Spesso nella corsa al titolo ha incrociato lo svedese Borg, ed il risultato fu sempre il medesimo: la sconfitta. Negli Slam ha raggiunto le semifinali sia al Roland Garros nel 1978 che agli Us Open nel 1977, allora in terra verde (primo e unico italiano a raggiungere la semifinale dell’open americano poi eguagliato da Matteo Berrettini nel 2019).
#3 Matteo Berrettini
Da quando si è affacciato sul circuito, la crescita del ventiseienne romano è stata costante e lo ha portato al suo best ranking, la posizione numero 6, il migliore dopo Panatta e Sinner nell’era Open. Una crescita che lo ha visto andare sempre più avanti negli Slam e nella classifica Atp. Giocatore molto versatile, in grado di vincere, o di arrivare in fondo, su tutte le superfici, ha trovato un feeling particolare con l’erba, come dimostrano i quattro tornei conquistati (due volte al Queen’s e due volte a Stoccarda) e la finale di Wimbledon (unico italiano a riuscire nell’impresa). Non è un caso che sia arrivato a giocarsi le Atp Finals 2019, quarantuno anni dopo Corrado Barazzutti, e poi nel 2021, unico azzurro a centrare il risultato per due volte in carriera. Ha vinto, finora, nove tornei e ha raggiunto i quarti di finale in tutti i Major. Dopo un 2023 orribile, che l’ha visto sprofondare in classifica, nel 2024 ha cominciato a risalire la china.
#2 Adriano Panatta
E’ stato il simbolo del tennis italiano a lungo, e forse lo è tutt’ora. Bello, elegante e vincente, Adriano Panatta ha portato l’Italia ad innamorarsi di questo sport. Della vittoria e delle finali perse in Davis ne abbiamo già parlato con Bertolucci e Barazzutti. Il più famoso dei tennisti azzurri ha raggiunto la quarta posizione del ranking Atp nell’agosto 1976 e in quell’anno ha vinto il Roland Garros, unico italiano ad aver vinto uno Slam in era Open. Le sue vittorie sono state 10, tra cui gli Internazionali di Roma che nessun altro azzurro ha più vinto dalla sua vittoria nel 1976. La terra rossa è stata la sua superficie dove ha vinto 9 dei 10 tornei conquistati, perdendo anche 14 finali su 16 raggiunte.
#1 Jannik Sinner
E’ il più giovane tennista in classifica ed è già primo. Stiamo parlando di un tennista che ha disintegrato tutti i record del tennis italiano, il più precoce a vincere un torneo, il più giovane a entrare prima in top-100, poi in top-50 e in top-10, fino alla posizione numero 1 raggiunta nel 2024, impresa mai riuscita a un tennista italiano. Ha scalzato Panatta dalla vetta dei titoli conquistati nell’era Open, già quattordici (di cui uno Slam e due Masters 1000), a soli 22 anni. L’undicesismo, il più importante, è quello che l’ha consacrato definitivamente come uno dei tennisti più forti del mondo in attività: parliamo ovviamente dell’Australian Open 2024, il primo torneo del Grande Slam conquistato da Sinner, che è anche l’unico italiano nella storia ad aver raggiunto la finale nelle Atp Finals. La sua carriera è ancora tutta da scrivere ma quel che ha scatenato Jannik da quando è sbarcato nel circuito è qualcosa di oggettivamente mai visto a queste latitudini.
Fuori classifica: Nicola Pietrangeli
Prima dell’era Open Nicola Pietrangeli ha dimostrato la sua forza. Ma era un tennis diverso, che si incentrava sul dilettantismo. Per questo, nonostante i suoi numeri straordinari, non ci sentiamo di metterlo in testa a una classifica che fa ormai riferimento ad un’altra era geologica. E’ stato il giocatore italiano più vincente di sempre con i suoi 44 tornei vinti e 21 finali perse. Vinse due volte il Roland Garros (1959-1960) perdendo due finali sulla terra parigina (1961-1964). Due sono state le vittorie agli Internazionali d’Italia (1957-1961) ed altrettante le finali perse (1958-1966). La sua superficie preferita è stata sicuramente la terra rossa, ma è riuscito a ben figurare anche sull’erba di Wimbledon dove giunse in semifinale e fu sconfitto al quinto set da un certo Rod Laver (per chi non lo conoscesse è uno dei grandissimi del tennis mondiale). Ma anche agli Australian Open non sfigurò arrivando fino ai quarti di finale nell’unica sua partecipazione. Anche in doppio è stato un grandissimo, formando con Orlando Sirola la coppia più vincente del tennis italiano, e con cui vinse il Roland Garros nel 1959. Vinse anche un Roland Garros in doppio misto nel 1958 in coppia con la britannica Shirley Bloomer. Se questo non basta, è l’unico tennista italiano ad essere presente nella Tennis Hall of Fame.
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