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Un momento magico e un futuro pieno di sogni: a tu per tu con Andrea Vavassori

Un 2023 in costante ascesa. Fatto di ottimi progressi in singolare, come dimostra il raggiungimento del best ranking a ridosso della top-100, e di grandi successi in doppio, categoria nella quale si è aggiudicato due titoli Atp 250, a Santiago e Marrakkech, nonché la finale al prestigioso 500 di Halle. Il tutto condito dall’ingresso nel giro della selezione azzurra campione del mondo.

Ma Andrea Vavassori ha inaugurato il 2024 in modo ancora migliore, ovvero spingendosi – in coppia con Simone Bolelli – in finale di doppio all’Australian Open. Un risultato meritatissimo, il più prestigioso della sua carriera, che adesso gli ha aperto scenari molto interessanti per il prosieguo di stagione, sia per lui sia in ottica Coppa Davis. Di questo e tanto altro ancora il 28enne torinese ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni.

Dal 2023 alla finale a Melbourne, dalle Olimpiadi alla Coppa Davis: a tu per tu con Andrea Vavassori

Foto Instagram Vavassori

Ciao Andrea, come stai? Ti sei riposato dopo le fatiche di Melbourne?

“Ho riposato due giorni. Domani (oggi, ndr) sarà una giornata importante, saremo al Quirinale dal Presidente Mattarella tutta la squadra della Coppa Davis”.

Belle soddisfazioni negli ultimi tempi…

“Sì, si. È stata un’annata bellissima. E le cose migliorano ancora, piano piano…”.

Partiamo dal 2023. Che anno è stato?

“È stata un’annata molto intensa, ho giocato tante partite sia in singolare che in doppio. Soprattutto nella prima parte di stagione, ho vinto tante partite in singolo che mi hanno dato fiducia. Una serie di risultati in continua crescita, culminata con la qualificazione al Masters 1000 di Madrid e al Roland Garros. Nella seconda parte ho fatto un pochettino più fatica, perché giocando anche il doppio ad alti livelli, a volte, non sono riuscito a conciliare bene le cose. Però comunque i miglioramenti in singolare mi hanno reso un giocatore di doppio più completo, portandomi a togliere belle soddisfazioni: ho fatto la finale ad Halle, ad esempio, non appena iniziata la partnership con Bolelli. Sono molto felice, sta andando sempre meglio anche l’intesa in campo con lui”.

A proposito, ci racconti della tua collaborazione con Bolelli?

“Abbiamo un bel rapporto di amicizia. E questo sicuramente si riflette positivamente sul campo, come quando ho giocato con Sonego e Pellegrino. Bolelli ha tanta esperienza, anche io credo di averne accumulata abbastanza, essendo tanti anni che frequento il circuito Atp in doppio. La cosa bella è che abbiamo un atteggiamento simile in campo: lottiamo insieme, entrambi con un’attitudine positiva. Ci completiamo in maniera perfetta: Simone da fondo è un bel martello, io cerco di chiudere gli spazi a rete. Lui, inoltre, afferma che il mio essere molto energico lo aiuta a stare bene in campo. Insomma, è un piacere giocare ogni singolo punto assieme”.

Finale all’Australian Open: 2024 iniziato col botto. Come commenti questa partenza sprint?

“Diciamo che io ho finito l’annata 2023 molto tardi, avendo giocato e vinto gli ultimi due Challenger in doppio, a Valencia con Pellegrino e a Maia con Bortolotti. Mi sono preparato un paio di settimane, poi ho deciso di partire il 26 di dicembre, saltando la United Cup per disputare qualche partita in più in singolare. È stata una scelta giusta, perché ho giocato ben quattro match al Challenger 125 di Canberra, vincendone tre. Ciò mi ha trasmesso una bella dose di fiducia. Infatti, in singolare ho disputato due buone partite di qualificazioni a Melbourne, perdendo poi al turno decisivo contro Valkusz che ha offerto una grande prestazione. In ogni caso, avendo giocato già tante partite in singolare, in condizioni ambientali diverse dall’Europa, nel doppio sono partito più tranquillo. Al primo turno abbiamo rischiato di uscire: Arnoedo e Weissborn ci hanno costretti al terzo, l’abbiamo spuntata al termine di una gara difficilissima. L’esordio, a volte, complice la tensione, è lo scoglio più grande da superare. Infatti, poi, match dopo match, siamo saliti di livello: abbiamo vinto contro due coppie formate da campioni slam, come Mahut e Roger-Vasselin al secondo turno e Krawietz e Puetz ai quarti. Poi peccato per la finale, ma ci siamo andati vicino”.

Un altro grande protagonista a Melbourne è stato Jannik Sinner.

“Ho assistito a tutte le sue partite, tranne la finale. Purtroppo avevo il volo il giorno dopo, però l’ho seguito e mi ha fatto piacere che è riuscito a regalarsi questo sogno e a regalarlo anche a tutti gli italiani”.

Ha lottato Jannik…

“A livello di mentalità credo che sia tra i più forti al mondo. Ha sempre dimostrato di esserlo. E’ riuscito a uscire da una situazione difficilissima: era la sua prima finale Slam, contro un avversario più abituato di lui in certe situazioni, avendo giocato cinque finali e vinta una… è stato veramente bravo ad uscire. Ha confermato di aver fatto davvero un salto notevole negli ultimi mesi”.

Oltre a Sinner, molti altri giovani azzurri stanno dimostrando di saper vendere cara la pelle. È un bel segnale, no?

“Abbiamo una nuova generazione di tennisti che in campo lottano tantissimo. Cobolli, Arnaldi, Darderi: mettono il cuore in campo, questo è un lato molto positivo. Penso che anche i ragazzi che verranno fuori nei prossimi anni gioveranno di questi esempi positivi”.

Archiviata la parentesi australiana, quali saranno i tuoi prossimi impegni?

“Adesso farò una settimana di allenamento. Ho deciso di cancellarmi da Cordoba (Atp 250, ndr) per avere un po’ più di giorni di preparazione sulla terra. Giocherò a Buenos Aires e a Rio de Janeiro con Bolelli, poi a Santiago con Andrea Pellegrino. Dopidché mi riunirò con Simone per affrontare i Masters 1000 sul cemento americano ad Indian Wells e Miami. Comunque la mia programmazione un pochettino cambierà. Perché con questo nuovo ranking, 27 io e 28 Bole, giocheremo tutti i Masters 1000. Si è aperto un ventaglio di possibilità molto importanti e quindi cercheremo di sfruttarle appieno, inseguendo le Atp Finals di Torino, che è il nostro obiettivo da inizio anno. Certo sarà difficile gestire la questione singolare-doppio, anche perché non voglio trascurare il singolare avendo dimostrato che posso giocarmi l’ingresso in top-100. Ma faremo scelte ponderate. Ad esempio, sicuro non giocheremo tutte le settimane, magari evitando qualche Atp 250 per concentrarci sui tornei più importanti. Poi ho pensato che magari nei Challenger parteciperò solo in singolare, evitando il doppio e di conseguenza correndo meno rischi di spremermi troppo”.

Anche perché quest’anno ci sono altri due appuntamenti ai quali credo tu non voglia mancare: le Olimpiadi e la Coppa Davis.

“È sempre stato il mio sogno giocare le Olimpiadi. E con la finale in Australia ho messo una bella ipoteca su questo sogno, dato che adesso dovremmo essere una delle coppie. Per quanto riguarda la Davis, invece, le scelte sono del Capitano. Però sicuramente in questo momento siamo una delle alternative migliori da prendere in considerazione. Se dovesse essere il caso, saremo pronti a dare tutto per la maglia azzurra!”.

A cura di Giuseppe Canetti

Giuseppe Canetti

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