La nuova sede della Federtennis a Roma è bellissima. Situata a via della Camilluccia, zona nord (e bene) della città, è una villa che oggi è il contesto perfetto per accogliere l’uomo (anzi, il ragazzo) più amato d’Italia in questo momento. Parliamo ovviamente di Jannik Sinner, fresco campione dell’Australian Open.
Sulla terrazza della villa, sotto un bel sole romano che attenua l’aria fresca di fine gennaio, alla destra di Jannik siede un presidente della Fitp, Angelo Binaghi, al settimo cielo e alla sua sinistra brilla il trofeo vinto a Melbourne.
La terrazza è gremita di giornalisti di ogni tipo: italiani e stranieri, specializzati e non, giovani ed esperti. In un’ora molto intensa Sinner, t-shirt bianca e cardigan beige, risponde a una sfilza di domande, comode e scomode, senza fare una piega. In prima battuta chiude definitivamente la telenovela Sanremo: “Non andrò al Festival, lo guarderò da casa. In quel periodo sarò al lavoro per migliorare il mio gioco e il mio fisico”. È una sorta di manifesto.
Tiene più volte a sottolineare che non si sente arrivato, che non vede l’ora di ricominciare ad allenarsi e che, in fondo, tutto questo successo non lo spaventa né in campo né fuori. Ragazzo dai valori granitici, si definisce ripetutamente “molto semplice” ed in fondo è la sua grande forza.
Piedi per terra, etica del lavoro e attenzione grandissima ad ogni parola. Tanti sorrisi, si presta addirittura a tradurre domande e risposte dall’italiano al tedesco per poi virare senza tentennamenti sull’inglese. Il numero 4 del mondo, insomma, non si pone limiti. “Non ho paura di niente ma non mi sento un supereroe”. Sicuramente non gli manca la sensibilità: “Perché non sono andato subito a casa dopo Melbourne? È successa una tragedia su, con un incidente che ha distrutto una famiglia. Non me la sentivo di andare a festeggiare in un momento come questo”. Chapeau.
È anche un po’ il lato personale di Sinner che viene fuori. I social? “Non mi piacciono, non sono la verità”. Letture? “Ho sempre un libro con me, ma in questo momento non sto leggendo”. Serie TV? “In Australia stavo guardando Animal Kingdom, ma in Italia ora non c’è”.
La qualità migliore? “Il lavoro, non mi fermo mai, mi sveglio la mattina e penso solo a come allenarmi per migliorare. Anche questa è una qualità”. Eccome se lo è, una qualità che sta dando i suoi frutti a quanto pare. L’ultima domanda è un messaggio a tutti i bambini che giocano a tennis, ma non solo: “Pensate ad allenarvi, ma soprattutto a divertirvi. Se fate questo avete già vinto”.
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