Vincenzo Santopadre, ex allenatore di Matteo Berrettini, è tornato a parlare del suo allievo. In un’intervista a La Repubblica, il coach ha svelato un retroscena sul carattere del romano e come la notorietà possa aver influito negativamente sul suo sviluppo.
Le parole importanti di Santopadre
Berrettini ha vissuto momenti di grande soddisfazione al fianco di Santopadre. I due, partiti dal nulla e senza alcun tipo di aspettativa, sono riusciti a imporsi nel circuito maggiore e a raggiungere traguardi straordinari. Su tutti, la finale a Wimbledon (primo italiano nella storia così avanti nel torneo londinese e prima finale slam dopo quella di Adriano Panatta al Roland Garros 1976).
Da quel momento in poi l’arrivo, improvviso, della notorietà, le comparsate in televisione e tutto ciò che ne deriva. In campo, al contrario, i risultati non arrivano più. Tanti infortuni e uscite di scena a sorpresa contro avversari nettamente alla portata.
Poi la decisione per provare a dare una scossa: fuori Santopadre e dentro Francisco Roig. Proprio l’ex coach di Matteo ha voluto parlare di questo cambio della guardia e del carattere, sconosciuto ai più, del tennista romano.
“Matteo deve liberarsi dalle aspettative. Il rumore della notorietà l’ha soffocato, è una persona riservata e sensibile. La sua rapida ascesa ha avuto effetti collaterali non trascurabili, come troppe responsabilità e la pressione di rappresentare l’Italia.
La vita emotiva e sentimentale di Matteo è fondamentale e si riflette nel suo gioco. È un ragazzo profondo, che gioca con cuore e mente.
La nostra separazione? Era necessario dare una scossa. Ricordo un episodio nel 2018 a Dallas: Matteo era in difficoltà, mi sono messo gli occhiali scuri per evitare il suo sguardo. Ha vinto quel match e solo dopo ha cercato di capire se fossi arrabbiato.
Sono stato io a dirgli di cambiare allenatore. Era necessaria una scossa, ma ha un fisico particolare: si è sempre dovuto preoccupare più di stare in salute che di giocare.
Abbiamo condiviso viaggi, stanze, esperienze. Sto valutando ora un paio di proposte, una italiana e una internazionale, per tornare a fare questo tipo di vita”.
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