Paolo Canè è stato sicuramente uno dei protagonisti del tennis italiano tra fine degli anni ’80 e anni ’90. Un rovescio incredibile, accompagnato da una tenuta mentale non sempre delle migliori (definito Neurocanè dal grande Gianni Clerici), oggi è un allenatore e commentatore televisivo. In una recente intervista con La Repubblica, ha parlato di Jannik Sinner e di un episodio poco piacevole dell’ultima Coppa Davis.
Non ci si potevano aspettare le solite parole di circostanza di molti ex giocatori o addetti ai lavori. O almeno, se ti hanno soprannominato Neurocanè non può essere così. L’ex numero 26 del mondo (tre titoli conquistati in carriera e ritirato ufficialmente nel 2001) Canè è stato intervistato da La Repubblica negli scorsi giorni. Gli argomenti trattati? Sinner, sul cui carro scendono e salgono in molti in un moto perpetuo, e un episodio a margine dell’ultima vittoria in Coppa Davis dell’Italia.
“Cosa vorrei dire a Sinner? Posso solo consigliargli di continuare così, ma vedrai che tutti aspetteranno un suo passo falso per poi massacrarlo, come siamo abituati in Italia. La cosa positiva è che lui riesce sempre a dare le risposte perfette nelle interviste e riesce a non farsi trascinare in polemiche sterili ed inutili come quella per la mancata partecipazione alla Coppa Davis di Bologna.
Proprio la Davis è stata molto emozionante. Mi ha fatto male una sola cosa, purtroppo: non aver potuto toccare la coppa. Avevo chiesto di entrare, di poter fare una foto, ma non me l’hanno concesso”.
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