“Un bambino mi ha chiesto…”, Volandri e l’aneddoto che vale più di mille parole

A quasi un mese di distanza, lo storico trionfo degli azzurri in Coppa Davis continua ad illuminare le giornate degli italiani e a trasmettere la sensazione che il tennis sia tornato al centro degli interessi quotidiani del Bel Paese. Ne sono la dimostrazione le parole pronunciate da Capitan Pippo Volandri nel suo intervento ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia di scena a Giardini di Castel Sant’Angelo, a Roma, tra il 14 e il 17 dicembre.

Volandri e l’aneddoto che vale più di mille parole

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Foto Instagram Volandri

Durante la manifestazione, infatti, il condottiero della selezione nostrana ha svelato un aneddoto che ben rende l’idea di quanto il successo degli azzurri sia stato capace di coinvolgere l’Italia intera, a partite dai più piccoli.

La Coppa Davis è una vittoria sociale, una vittoria di tutti”, ha esordito l’ex tennista livornese carico di soddisfazione. “L’altro giorno, ad esempio, sono entrato in un negozio di giocattoli e un bambino di 8 anni mi ha chiesto se ero il comandante di Sinner“, ha raccontato.

E in effetti, la cavalcata di Jannik e compagni ha rappresentato un evento capace di unire il Paese in un solo cuore pulsante. Un evento che, un po’ come capita con il calcio, ha reso spasmodiche le giornate degli italiani ‘costringendoli’ magari a modificare le abitudini quotidiane. “Questo è ciò per cui noi lavoriamo. Tante persone attraverso il cellulare o sul tablet, spostando compleanni o cerimonie, sono finite a vederci”, ha aggiunto Volandri. Ciò che più ha inorgoglito l’ex tennista è che agli appassionati “hanno visto una squadra, senso familiarità, ragazzi con le facce pulite e messaggi giusti“.

Facce pulite e messaggi giusto, certo, ma anche un leader silenzioso capace di gestire il gruppo con grande lucidità. Sono andato un po’ a studiare quello che hanno fatto i CT negli anni, cosa è Luciano Spalletti per gli italiani, quali sono onori e oneri di un ruolo importante a livello educativo. Anche io, con la mia poca esperienza, sto iniziando ad entrare in questo ruolo“, ha concluso Volandri chiamato ad una riflessione sulla sua posizione all’interno della squadra.

Che dire, chi ben inizia è già a metà dell’opera. L’auspicio è che il tennis italiano continui a viaggiare spedito su questi binari. Anche perché di capitale tecnico – grazie al lavoro svolto dalla Federazione negli ultimi anni – ce n’è parecchio e le prospettive per il futuro si presentano molto interessanti.

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