Chiudete gli occhi e immaginate se Jannik Sinner avesse dato forfait per la finale di Coppa Davis 2023 tra Italia e Australia. Cosa sarebbe successo? Probabilmente, Lorenzo Sonego avrebbe battuto Alexei Popyrin, come del resto ha fatto Matteo Arnaldi pur faticando. A quel punto, però, uno tra lo stesso tennista ligure e Lorenzo Musetti avrebbe dovuto sfidare Alex De Minaur.
Facile immaginare che la prima forza della selezione aussie – surclassata dall’altoatesino per 6-3, 6-0 – avrebbe prevalso abbastanza agevolmente, rimandando il verdetto al conclusivo incontro di doppio. Qui, senza Jannik, ci sarebbe stata davvero poca storia considerando l’alto valore qualitativo della coppia oceanica.
Bene. Aprite gli occhi e svegliatevi da questo incubo. Perché siamo campioni del mondo. Perché Sinner, a differenza di quanto dicono i suoi detrattori – anzi dicevano, ormai sono rimasti in pochi – è legato alla maglia azzurra da un senso di appartenenza più profondo di quanto si possa immaginare. Emblematico a tal riguardo è un retroscena svelato da Angelo Binaghi risalente alla mattina della finale.
Il racconto di Angelo Binaghi: “Sinner non stava in piedi”
Intervenuto ai microfoni de L’Unione Sarda, il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel ha infatti raccontato che Jannik ha davvero rischiato di non scendere in campo nell’ultimo atto della Coppa Davis. Il motivo? La stanchezze per le fatiche del giorno precedente, in cui aveva giocato sia il singolare che il doppio della sfida contro la Serbia, battendo in entrambe le occasioni Novak Djokovic. La sua presenza, alla fine, è dipesa solo dalla voglia centrare un traguardo storico e rendere felici milioni di appassionati italiani.
“Lo confermo, Sinner non riusciva ad alzarsi, è tornato a letto dopo colazione, domenica a mezzogiorno non stava in piedi”, ha raccontato Binaghi ai microfoni del noto quotidiano. Fortunatamente l’emergenza è poi rientrata quando il 22enne tirolese ha comunicato di voler esserci a tutti i costi dimostrando qualità difficilmente riscontrabili in altri giocatori.
“La più grande fortuna è avere un atleta così serio, che ama il lavoro, l’impegno e che non si risparmia. Sinner non lo hanno capito bene in tanti. Lui è tennista più intelligente che io abbia mai conosciuto, con una educazione e una cultura del lavoro mai viste“, ha aggiunto Binaghi.
Parole al miele anche circa la freddezza mostrata dall’altoatesino nella semifinale al cospetto del numero uno al mondo: “Match point annullati a Djokovic? Novak è il giocatore più forte della storia. Un mostro che ha vinto tutto, sempre. E tu che lo batti in quel modo hai due palle enormi, sei un giocatore di livello eccezionale e per il tuo Paese riesci a dare oltre il massimo”.
Il numero uno della FITP ha infine concluso il suo intervento spostando l’attenzione sul movimento italiano in generale: “Oggi siamo belli, con i migliori giocatori del mondo, e siamo ricchi perché abbiamo innescato un sistema positivo e redditizio. I nostri atleti sono dei ragazzi straordinari, prima di essere dei campioni in campo”.
Insomma, tutto è bene quel che finisce bene. E la buona notizia, come sottolineava orgogliosamente anche Binaghi, è che il meglio deve ancora venire!
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