La rivincita di Vagnozzi, che si toglie qualche sassolino dalla scarpa

Simone Vagnozzi, coach di Jannik Sinner da più di un anno, è intervenuto ai microfoni della Rai subito dopo il successo in Coppa Davis. L’allenatore italiano ha ribadito ancora una volta le motivazioni del forfait di Bologna e ha lanciato una frecciatina ai detrattori delle scorse settimane.

La rivincita di Vagnozzi

Il rapporto tra Vagnozzi e Sinner è sempre stato messo in discussione. L’addio a Riccardo Piatti e i primi risultati negativi, infatti, hanno fatto urlare all’errore e allo scandalo di una scelta insensata agli occhi di molti. Poi, con il passare dei mesi e l’avvento del super coach Darren Cahill, le cose si sono sistemate e, a poco più di un anno di rapporto lavorativo, si parla dell’altoatesino come prossimo numero 1 del mondo.

I risultati sono iniziati ad arrivare, così come la cura maniacale di ogni aspetto dentro e fuori dal campo. Parola d’ordine? Preservare il fisico per gli appuntamenti importanti e saper evitare fatiche inutili in tornei che possiamo definire di troppo.

Proprio per via di questa minuziosa preparazione, la squadra (di comune accordo con Jannik) ha deciso di evitargli la fase a gironi della Coppa Davis che si è svolta a Bologna a settembre. Da lì sono piovute critiche, su tutte dalla Gazzetta dello Sport, sempre pronta a puntare il dito contro l’altoatesino. Mancanza di attaccamento alla squadra (nonché all’Italia intera), la richiesta di scuse pubbliche e (addirittura) il montaggio di un caso nazionale i temi trattati dalla Rosea.

Le critiche, ovviamente, sono state portate via dai risultati straordinari di Sinner negli ultimi due mesi della stagione: due vittorie nel circuito Atp (nei 500 di Pechino e Vienna), la finale alle Atp Finals, il best ranking al numero 4 del mondo e la vittoria in Coppa Davis. Il tutto, probabilmente, grazie allo studio minuzioso dei riposi per farsi trovare pronto nei momenti importanti.

Nei giorni in cui tutti provano a salire sul carro dei vincitori, lo stesso Vagnozzi si è voluto prendere una piccola rivincita ai microfoni della Rai con chi si è speso più a criticare che a ragionare.

La scelta che abbiamo fatto noi di non andare a Bologna era anche in prospettiva Davis. Qui, come si è visto, Jannik era in piena forma. Si è visto quanta energia avesse ancora nonostante Torino. Questo ci rende orgogliosi di aver fatto quella scelta che poi si è rivelata la più giusta per tutti, per l’Italia e per Jannik. Sì… possiamo dirlo, abbiamo zittito qualcuno”.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie