La giornata di domenica 26 novembre 2023 resterà alla storia come quella in cui Jannik Sinner e compagni hanno riportato la Coppa Davis in Italia dopo quasi mezzo secolo di attesa. Un’attesa durante la quale tantissimi giocatori hanno dato tutto per la maglia azzurra, lottando con le unghie e con i denti, senza riuscire però a regalare un sogno al nostro Paese. Tra coloro che hanno lottato, e pure parecchio, c’è Fabio Fognini, tennista che ha rappresentato un vero e proprio faro per l’Italtennis in decenni bui per il movimento maschile.
Fognini è stato protagonista assoluto dell’Italia di Davis fino allo scorso anno, quando la squadra capitanata di Pippo Volandri ha raggiunto la semifinale prima di cadere sotto i colpi dei futuri campioni, il Canada di Auger-Aliassime e Denis Shapovalov.
Poi qualcosa tra il ligure e il selezionatore azzurro si è rotto improvvisamente, portando all’esclusione di Fabio dal novero dei convocati sia per la fase a gironi (con tanto di accese polemiche social) sia per le Finals di Malaga. Secondo Volandri, Fognini non sarebbe stato in condizioni fisiche accettabili per partecipare ad un torneo di tale portata. Una vera beffa per il 36enne armese, da sempre legatissimo al Tricolore, come testimonia un suo lungo post su Instagram in aperta polemica con la mancata chiamata del ct.
“Sono passati molti anni dalla mia prima volta in azzurro a Montecatini, nel 2008. Difendere i colori azzurri e rappresentare il mio paese in giro per il mondo è sempre stata una priorità, un sogno realizzato.
Vestire l’azzurro, sentire il calore del pubblico, competere in arene gremite con i nostri tifosi al seguito anche in trasferte improponibili mi ha sempre stimolato a dare il 110%. E benché le trasferte fossero dure e la stagione lunghissima, con gli obiettivi di ranking da raggiungere, non ho mai avuto dubbi: giocare per l’Italia è la cosa più gratificante del mondo per un atleta e in particolar modo per me. Ora, alla vigilia dell’ennesima sfida di Davis, mi trovo, mio malgrado, fuori dalla rosa dei convocati. Leggo su alcuni organi di stampa che avrei deciso e richiesto di fare un passo indietro, per riposare e tirare il fiato. Falso e pruriginoso! È stato un anno impegnativo e logorante ma a prescindere ho appositamente deciso di prendere parte al Genoa Open Challenger, per arrivare pronto e carico ai match di Bologna, in un contesto a me storicamente favorevole, al di là della superficie: infatti sono a pochi chilometri da casa, in una città dove sono cresciuto, partecipo ad un torneo vinto in passato, attorniato dall’affetto di amici e familiari, insomma il meglio per me in questo preciso momento. Qui sapevo che avrei percepito il calore e l’affetto necessari per arrivare al top a Bologna. In tempi non sospetti, a dispetto di quanto trapelato, ho comunicato la mia voglia di far parte del gruppo per Bologna, mettendomi a disposizione del capitano, che mi ha chiesto di giocare doppi con gli altri compagni di nazionale nel frattempo, cosa che ho puntualmente fatto e di tenermi allenato e sul pezzo. E così ho fatto e sto facendo, oggi più che mai voglio aggredire ancora la classifica ATP, vincere età e dolori…”.
Un discorso che ha trovato riscontri concreti nel rendimento di Fognini, il quale nelle ultime settimane ha effettivamente dimostrato sia di essere integro fisicamente sia in grado di offrire un ottimo livello di gioco. È successo appunto al Challenger di Genova, dove è riuscito a spingersi in finale; è successo all’Atp 250 di Metz, dove la sua bella cavalcata si è interrotta soltanto in semifinale.
Risultati dal valore importante, certo. Ma “Fogna” ci ha tenuto a lanciare un messaggio ancora più significativo la scorsa settimana, in concomitanza con la Coppa Davis…
Fabio, infatti, mentre i suoi ex compagni di squadra conquistavano la tanto agognata Coppa Davis, è stato impegnato in un Challenger di scena sulla terra battuta di Valencia. Neanche a dirlo, il ligure ha offerto delle prestazioni brillanti, raggiungendo l’ultimo atto in virtù delle vittorie su Riccardo Bonadio, Jozef Kovalik, Pierre-Hugues Herbert ed Albert Ramos-Vinolas. Poi si è aggiudicato il titolo sconfiggendo Roberto Bautista Agut in una finale di oltre tre ore di gioco, conclusasi con il punteggio di 3-6, 7-6(8), 7-6(3).
Per Fognini si tratta del quinto titolo cadetto in carriera, del quattordicesimo se si tiene conto anche di quelli ottenuti nel circuito Atp. L’ennesimo colpo di reni che farà sì che per lui domenica 26 novembre 2023 non sarà una data dal sapore amaro dei rimpianti, bensì una data dal sapore di rivincita.
Quali sono le prospettive? Fognini, oggi, si trova alla piazza numero 107 del ranking mondiale. Ma la sua risalita potrebbe presto aggiornarsi di nuovi sviluppi. Perché questa settimana è in tabellone al Challenger di Maia (in Portogallo), palcoscenico sul quale ha l’opportunità di racimolare altri punti preziosi per chiudere l’anno in top-100 e rientrare in quelle posizioni che gli varrebbero il main draw dell’Australian Open.
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