Ieri l’Italia del tennis ha scritto una pagina indelebile del nostro sport. A Malaga è arrivata la vittoria della seconda Coppa Davis dopo un digiuno lungo 47 anni (ultimo successo nel 1976). Il leader e trascinatore indiscusso è stato Jannik Sinner, che nelle interviste dopo le partite ha commentato il grandissimo successo.
Eppure, c’era chi diceva (piccolo spoiler: ha le pagine rosa) che tra Sinner e la Coppa Davis non fosse mai scattata la scintilla e che l’altoatesino non vedesse di buon occhio la propria nazionale. Se si fosse andati a leggere le statistiche, però, ci si sarebbe accorti che l’azzurro, sempre da numero 1, ha disputato 15 singolari e ha ottenuto 14 vittorie (unica sconfitta, indolore perché già sicuri del passaggio del turno, nel 2022 a Bologna contro Mikel Ymer in tre set). Un rullino praticamente perfetto, che non potrebbe generare alcun tipo di dubbio sull’impegno e la professionalità del giocatore.
Adesso tutti salgono sul carro (le polemiche di settembre sono già un lontano ricordo) di un tennista che ha preso letteralmente per mano la squadra e l’ha portata a un successo impronosticabile. Cinque partite tra quarti di finale e finale: cinque vittorie (con i primi due sigilli in carriera anche in doppio dopo quattro sconfitte). Un miracolo, cercando di non scadere nel profano, contro Novak Djokovic, che ha avuto tre match point di fila e non perdeva dal 2011 (quando Jannik aveva dieci anni e ancora scendeva lungo le piste da sci).
Alla fine della premiazione, la giusta consacrazione nell’intervista con Sky. Lui, però, come al solito punta l’asticella più in alto e ci spiega che con il lavoro può raggiungere qualsiasi tipo di obiettivo.
“È una gioia per gli italiani che sono venuti fino a qui a Malaga e per tutti quelli che stanno a casa e hanno tifato per noi. È una cosa grande. In questa stagione abbiamo sofferto, ma siamo una squadra unita e ognuno di noi può sorridere di questo successo. Chiudere così la stagione è bellissimo, ci dà molta energia per preparare la prossima.
Immaginavo sicuramente un anno migliore rispetto al 2022 perché abbiamo fatto tanti sacrifici, ho creduto nel mio team. Tanto di questo successo è proprio nel mio team. Abbiamo lavorato tanto, anche quando ero stanco, per capire quali erano i miei limiti. Questo ha fatto sì che ieri mi sia ritrovato ad avere livelli alti di energia in singolo e in doppio. Per come ho finito gli ultimi tre mesi sono contento, ho giocato un ottimo tennis. Ora ci rilassiamo, poi ci rimettiamo sotto a lavorare per fare ancora meglio l’anno prossimo e vediamo come va.
Da quando è arrivato Darren nel mio team ho cambiato mentalità. Condivido le mie idee molto di più, anche con i ragazzi della squadra. Facciamo squadra, se un giocatore viene da me e mi chiede qualcosa, io sono sempre onesto e schietto nel dire quello che penso.
Abbiamo sofferto da Bologna fino a qua. Ci tenevamo che Matteo venisse qui a sostenerci. C’è tanta emozione, abbiamo sentito tutti gli italiani venuti qui a Malaga, chi ha guardato in Italia. Sapevamo che era una cosa grande, abbiamo avuto la giusta mentalità. La cosa più importante era far squadra, siamo tutti contenti di alzare questa Coppa molto speciale. Grazie a tutti gli italiani, al pubblico che ci ha creduto anche quando ci è andata male. Io ho portato tanta energia da Torino, abbiamo fatto ancora più gruppo. Ieri eravamo ad un punto dall’essere fuori e oggi alziamo la Coppa”.
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