Sono passati quarantasette anni da quel 1976 in cui Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli, capitanati da Nicola Pietrangeli, vinsero quella che fino ad oggi restava l’unica Coppa Davis nella bacheca del tennis italiano.
Oggi torniamo finalmente ad alzare al cielo l’insalatiera, nel segno di Jannik Sinner. Il 22enne altoatesino ha regolato in due set il numero uno australiano (e numero dodici del mondo) Alex De Minaur con il punteggio di 6-3, 6-0, a coronamento di una settimana giocata in maniera stellare.
Sinner era favorito e non ha tremato, portando all’Italia il punto decisivo dopo la bella (e faticosa) vittoria di Matteo Arnaldi contro Alexei Popyrin, che ha spianato la strada agli azzurri, senza neppure dover ricorrere al doppio Sinner-Sonego che tante soddisfazioni ha regalato contro Olanda e Serbia.
De Minaur c’ha provato ma nulla ha potuto contro lo strapotere di Sinner, che a Malaga si è ormai affermato come super potenza del tennis mondiale. Partita di cui c’è poco da raccontare, se non che Jannik ha strabiliato tutti ancora una volta e che ha stupito l’impotenza di un ottimo giocatore come Alex De Minaur, entrato in campo tutt’altro che nelle vesti di agnello sacrificale.
Una cavalcata trionfale quella di Sinner a Malaga, che ha trascinato gli azzurri ad un appuntamento con la storia che il tennis italiano aspettava da quasi mezzo secolo.