Pennetta, tra futuro nel tennis e la vita con Fognini

Flavia Pennetta, in occasione di un evento a Milano per sostenere le donne indiane, ha rilasciato una bella intervista a Il Giorno. L’ex campionessa dello US Open ha parlato di un possibile futuro nel tennis, della sua vita lontano dai riflettori e di suo marito Fabio Fognini.

La vita di Flavia

La Pennetta è probabilmente una delle tenniste italiane migliori della storia. Sono ancora negli occhi di tutti le grandissime vittorie al masters1000 di Indian Wells e allo US Open, in finale con Roberta Vinci. Proprio dopo la vittoria dell’unico slam della carriera, l’annuncio del ritiro: il momento perfetto per sugellare anni di sacrifici e per dire addio ancora nel pieno dell’attività, senza aspettare cali fisici e mentali.

Nonostante non sia direttamente interessata al circuito (ancora non ha deciso di tornare ad allenare o di entrare in Federazione), Flavia rimane una delle voci sportive più ascoltate d’Italia. Nella sua recente intervista con Il Giorno, la pugliese ha parlato del futuro e della sua vita con Fognini.

Pensando al tennis forse è lo sport migliore da queste punto di vista, abbiamo lottato e ora abbiamo premi uguali a quelli maschili.

Dal punto di vista personale ho avuto la fortuna di esser sempre stata molto considerata a livello mediatico, ma la realtà è che siamo un paese che tende a valorizzare gli uomini. Mi spiace dirlo, ma c’è anche un’attenzione diversa da parte degli sponsor.

Conservo ogni completo della mia carriera, si trova a Brindisi. Con Fabio nella nuova casa a Milano abbiamo intenzione di fare una zona dedicata alle coppe più belle.

Una sorta di archivio della nostra storia. Il trofeo dello US Open? Quello non si tocca, lo conserva mio padre. Anche le coppe vinte all’inizio sono lì e a mio padre chiederò almeno una Federation Cup, ovviamente con il suo permesso.

I doppi delle leggende? È una bella esperienza, mi serve anche per staccare dall’essere mamma full time.

Ritrovarmi nel mio è stato meraviglioso, torni in campo senza apprensione ed è fantastico. Poi ovvio si pretende di fare le stesse cose, ma non è lo stesso.

La vita con Fabio? Per Fabio non è un periodo semplice, è in un momento in cui c’è un po’ di paura, devi cambiare e non è facile.

Quando hai fatto una sola cosa per 25 anni poi è dura, crolla il mondo e devi ricostruirlo. Io cerco di supportarlo al massimo. Futuro come coach? Non lo escludo, mi piace stare in campo, ma ora ho tre bambini piccoli a casa. In futuro chissà…”.

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