Prima le Next Gen Finals, poi il Masters 1000 in apertura di 2025, adesso la presenza di Novak Djokovic e Carlos Alcaraz in una esibizione prevista a fine dicembre: l’Arabia Saudita sta irrompendo nel mondo del tennis in maniera sempre più aggressiva.
L’Arabia Saudita punta il tennis
L’evento con protagonisti i numeri uno e due del movimento maschile andrà in scena per l’esattezza il prossimo 27 dicembre a Riyadh, dove il giorno prima si sfideranno anche Aryna Sabalenka e Ons Jabeur. A tenere banco, oltre alle sacrosante questioni etiche legate ai diritti civili, è il seguente tema: può l’Arabia Saudita diventare un punto di riferimento per i migliori tennisti o mettere a repentaglio gli equilibri attualmente vigenti?
Sarà il tempo a dare una risposta certa a tale interrogativo. Ma la sensazione è che il mondo arabo sia intenzionato a fare le cose in grande, come successo in passato per il golf e più recentemente per il calcio. Basti pensare che nel 2022 la Diriyah Tennis Cup – altro torneo di esibizione disputatosi in Arabia – ha garantito al vincitore, Taylor Fritz, un milione di dollari. E in tabellone c’erano anche Daniil Medvedev, Stefanos Tsitsipas, Matteo Berrettini e Nick Kyrgios, a dimostrazione che le nuove generazioni di tennisti sono molto meno propense a gesti tipo quello di Roger Federer nel 2018, quando lo svizzero rifiutò un lauto cache in segno di protesta per le vicende legate all’omicidio di Jamal Khashoggi al consolato saudita di Istanbul.
Il tutto va inserito in un contesto in cui gli stessi giocatori si lamentano poi di una stagione troppo fitta di impegni. Insomma, lo scenario è controverso, nonché contraddittorio, e desta grande preoccupazione nelle «storiche» istituzioni del tennis.
La preoccupazione di Binaghi
“Sto cercando di convincere Gaudenzi, presidente dell’Atp, che il tennis non è come gli altri sport, l’Arabia sarà anche un mercato appetibile ma vanno tutelate le situazioni che funzionano, come la nostra”, ha detto il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi, in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera.
Preoccupazione comprensibile, anche perché il mondo della racchetta non avrebbe probabilmente la forza di opporsi ai petrodollari sauditi. “Non si può avere paura che l’Arabia crei un circuito parallelo, come nel golf. Spero che ad appagare la loro voglia di tennis basterà il Master 1000 che l’Atp darà all’Arabia a gennaio dal 2025, magari combinato con la Wta. La stagione comincerà da là. Una rivoluzione, certo. Ma le Finals devono rimanere qui“, ha concluso Binaghi speranzoso che il fenomeno possa provocare cambiamenti contenuti. Staremo a vedere. Certo è che l’argomento andrebbe sicuramente trattato in modo più profondo negli uffici di ITF, Atp e Wta.
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