Il 2023 sarà ricordato come il primo indizio di ciò che verrà dopo Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic

Il 2023 sarà ricordato come il primo indizio di ciò che verrà dopo Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic. A sostenerlo è l’ex tennista Pam Shriver, che, nel corso del podcast Inside-In, si è a lungo soffermata sull’argomento facendo considerazioni molto interessanti. Ve ne proponiamo qualcuna.

L’analisi di Pam Shriver e la ‘polemica’

Secondo Pam Shriver, la stagione 2023 è stata una chiara indicazione del cambio della guardia in procinto di avvenire nel tennis maschile, ovvero quel processo che vedrà i giocatori più giovani raccogliere il testimone lasciato da Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic.

Lo svizzero, lo spagnolo e il serbo – conosciuti assieme come i Big3 – si sono presi la scena nelle ultime due decadi, ma adesso il tramonto della loro epoca si sta avvicinando. Un primo passo si è registrato con il ritiro del Maestro lo scorso anno, un secondo probabilmente avverrà alla fine del 2024, quando il maiorchino ha lasciato intendere di voler appendere la racchetta al chiodo. Nole, invece, non ha mai manifestato l’intenzione di dire basta, tuttavia il suo percorso, considerata la carta d’identità (36 anni), non è destinato a durare ancora a lungo.

“Abbiamo visto per 20 anni, dalla parte degli uomini, come i Big 3 abbiano cercato di mantenere la loro posizione al numero 1“, ha detto Shriver. “La cosa interessante del 2023 è che si tratta di un anno in cui abbiamo avuto un’indicazione su come sarà il tennis dopo i Big 3”, ha aggiunto la statunitense riferendosi al fatto che Nadal ha saltato quasi interamente la stagione.

In effetti, nel 2023 Djokovic ha vinto tre dei quattro slam, ma si è anche assistito alla consacrazione di campioni del futuro come Carlos Alcaraz, Jannik Sinner e alla conferma di tanti top player già sbocciati. In considerazione di ciò, Pam Shriver ha ammesso di essere rimasta colpita dal coraggio mostrato dalla nuova generazione. “Facendo un bilancio a metà ottobre, possiamo dire che le cose stanno andando piuttosto bene”, ha concluso la 22 volte campionessa slam.

Parole che hanno diviso l’opinione pubblica. Già. Perché, sebbene siano in tanti a sposare questa tesi, c’è ancora un’ampia fetta di appassionati – estremamente (morbosamente?) legata ai Big3 – che ritiene le nuove generazioni non siano all’altezza (eufemismo) di raccogliere un’eredità così importante. Stremo a vedere. Certo è che forse un pochino di fiducia e lungimiranza in più non guasterebbe.