La USTA (United States Tennis Association) è finita nell’occhio del ciclone poiché uno dei suoi avvocati avrebbe ripetutamente tentato di coprire una serie di abusi sessuali, tra cui quello subito da Pam Shriver, 22 volte campionessa slam in doppio.
USTA nell’occhio del ciclone, cosa è successo
Nei giorni scorsi Stevie Gould, un ex giocatore che aveva già citato in giudizio la USTA con successo nel 2020, per l’incapacità dell’associazione di proteggere le giovani atlete in California da un noto predatore sessuale (che ora sta scontando una detenzione di 255 anni), ha presentato una denuncia al Safesport chiedendo una pena esemplare per Staciellen Mischel, vicedirettrice legale dell’USTA e principale avvocato della fondazione.
La denuncia in questione riguarda un episodio verificatosi nella primavera dello scorso anno, in cui Mischel intimò alla Shriver di “stare attenta” alle sue dichiarazioni pubbliche circa abusi sessuali nel tennis.
Nella sua denuncia Gould ha raccontato che Mischel aveva già utilizzato un approccio simile nove anni fa. Precisamente quando in un’e-mail del 2014, indirizzata al leader della sezione della California settentrionale dell’USTA, affermò che le informazioni riguardanti l’indagine della polizia su un importante allenatore, Normandie Burgos, e la sua sospensione dall’attività sarebbero dovute rimanere confidenziali. Burgos iniziò ad abusare di Gould l’anno successivo e fu condannato per numerose accuse di molestie.
“Moralmente inadatta e un grave pericolo per i bambini”
Nella sua denuncia a Safesport, Gould ha inoltre affermato che Mischel sarebbe “moralmente inadatta a continuare a ricoprire un ruolo per un organo di governo nazionale” e che “rappresenta un grave pericolo per i bambini”.
Chris Widmaier, portavoce dell’USTA, si è espresso a difesa dell’associazione affermando che nessun membro avrebbe mai impedito a qualcuno di raccontare la propria storia di abusi. E riguardo la mail di Mischel sul caso Burgos ha detto: “Volevamo che questa questione delicata fosse trattata in modo confidenziale per proteggere i minori, evitare nuove vittimizzazioni e non interferire con un’indagine in corso da parte delle forze dell’ordine. Abbiamo segnalato adeguatamente e tempestivamente le informazioni alle forze dell’ordine e abbiamo collaborato alle indagini. Siamo fiduciosi che la signora Mischel, in tutte le questioni, abbia agito correttamente e in conformità con la legge”. Tuttavia, contemporaneamente, la stessa associazione si è rifiutata di autorizzare qualsiasi intervista a Mischel riguardo la vicenda legata a Shriver. Fatto che va un po’ (eufemismo) in contrapposizione con la trasparenza tanto sbandierata dalla USTA.
La versione della donna, ad oggi, è che volesse avvertire Shriver di mantenere le distanze da Robert Allard, uno dei principali avvocati in tema di abusi sessuali nello sport, descritto come non “una brava persona”. L’ha rilasciata in una deposizione.
Non solo Gould, all’attacco anche tre avvocati
Dopo tanta amarezza, ciò che dà sollievo è che si tratta di un caso destinato a non concludersi con un nulla di fatto. Già. Perché, oltre alla denuncia di Gould, tre avvocati specializzati nel settore – Robert Allard, Marci Hamilton e Nancy Hogshead-Makar – hanno esortato il Congresso degli Stati Uniti ad aprire un’indagine sulla gestione di questi casi da parte della USTA, facendo esplicito riferimento proprio alle azioni della Mischel. Tradotto: è solo questione di tempo e verrà fatta chiarezza.
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