Sinner: “Conosco la storia, ma la sfida è con me stesso. Davis? A Malaga ci sarò”

A margine del trionfo all’Atp 500 di Pechino, Jannik Sinner è intervenuto ai microfoni de Il Corriere della Sera per una lunga chiacchierata in cui si è soffermato su tantissimi argomenti. Ve ne proponiamo un estratto.

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Foto Atp Tour

Si parte ovviamente dal titolo conquistato a Pechino, il nono in carriera nel circuito maggiore, il decimo contando anche le Next Gen Atp Finals. “Di cosa vado più fiero? Del modo in cui sono stato in campo. I primi due giorni in Cina non mi sentivo bene per niente, poi i problemi con Evans, un po’ meglio con Nishioka, il vomito con Dimitrov. Ho saputo superare le difficoltà, con Alcaraz e Medvedev stavo finalmente bene. Ho imparato dagli errori e mi sono piaciuto”, ha detto Sinner ai microfoni del noto quotidiano.

Al che, gli è stato chiesto cosa avrebbe sbagliato a suo avviso nel recente passato. “Quando ho vinto il Master 1000 di Toronto e subito dopo sono uscito al primo turno a Cincinnati. Per me è importante non ripeterli“, ha risposto l’azzurro, che poi si è lasciato andare ad una battuta: “A Shanghai cercherò di vincere almeno un match…”.

Tornando a Pechino, Sinner ha palesato netti miglioramenti sotto ogni aspetto di gioco, soprattutto nelle sfide contro Alcaraz e Medvedev. Ecco qual è stata la ricetta del successo: “Ho provato cose nuove e servito una percentuale più alta, ma non basta. E non significa che servirò sempre così. La scelta di non andare in Davis alla fine serviva a quello, la programmazione si fa in base agli obiettivi. La differenza che avverto ancora è fisica: i miei movimenti in campo possono migliorare, volée, servizio, tutto può crescere. Non sono arrivato al picco, proprio no”.

Imponendosi nella capitale cinese, Jannik ha raggiunto la quarta posizione del ranking mondiale, l’unico italiano a riuscirci assieme ad un certo Adriano Panatta. “La storia la conosco, però andare oltre i risultati degli altri non mi dice niente. Non mi interessano i paragoni con il passato, cioè: voglio diventare forte io, Jannik Sinner, la sfida è con me stesso e la storia la costruisco per me, per nessun altro. Mi interessa condividere questi momenti con le persone che credono in me, i miei parenti e il mio staff. Solo questo conta. Poi vedremo quanto oltre i miei limiti riuscirò a spingermi”, ha detto.

Sinner esulta Coppa Davis Bologna
Foto Roberto Dell’Olivo

A proposito di paragoni col passato, tra un po’ tornerà d’attualità il tema della Coppa Davis, trofeo che manca all’Italia dal 1976. Un tema molto complicato per Sinner considerate le polemiche delle scorse settimane. “Non so se ho voglia di parlare di questo però sì, sono contento di come mi sono allenato dopo l’Open Usa. Non è che in due settimane ti inventi niente, eh, voi il lavoro non lo vedete ma c’è: giornate lunghissime, tra campo e palestra, io mi sento bene solo se alla fine sono stanco morto, perché vuol dire che mi sono allenato nel modo giusto. Vincere un torneo non cambia la vita ma convalida la bontà di quello che fai”, ha affermato in riferimento alla non partecipazione alla fase a gironi.

Infine, ha concluso con una promessa: “A Malaga ci sarò. A me la dimensione della squadra, quella sensazione di Italia con la maglia azzurra, piace. Abbiamo la panchina lunga e tante scelte diverse anche per il doppio. La Coppa si può vincere”.

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