C’era una volta la Laver Cup, un torneo illuminato da stelle e da un’aura leggendaria. Una manifestazione capace di attirare a se milioni di appassionati e l’interesse dei migliori giocatori al mondo. Non esiste più, o almeno per il momento.
L’impressione è che il punto massimo si sia toccato lo scorso anno, con il ricongiungimento dei Fab Four nell’atto finale della carriera di Roger Federer. Un pieno di emozioni che resterà per sempre impresso nella storia del tennis. Un evento che, a causa del suo valore impareggiabile, ha finito per svilire tutto il resto. Tanto che nemmeno la presenza del Maestro svizzero in quel di Vancouver – dove è in corso l’edizione 2023 della Laver Cup – ha consentito alla kermesse di prendersi la scena.
Laver Cup 2023, un’edizione sottotono
La Laver Cup 2023 è iniziata nella serata italiana di ieri, con i match tra Ben Shelton e Arthur Fils (7-6, 6-1 per lo statunitense), tra Francisco Cerundolo e Alejandro Davidovich Fokina (6-3, 7-5 per l’argentino) e tra Felix Auger-Aliassime e Gael Monfils (6-4, 6-3 per il canadese). E qui veniamo ad un’altra questione cruciale, quella dei nomi in gara.
Se c’è infatti una cosa che balza subito all’occhio scorgendo il programma della Laver Cup, è la modestia dei nomi in gara. Non ce ne vogliano i giocatori sopracitati, che sicuramente sanno esprimere un tennis di buon livello, ma non hanno nulla a che vedere con quelli che in passato hanno impreziosito la sfida tra il Team Europa e il Resto del Mondo.
Non ci sono, ad esempio, Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, non c’è Novak Djokovic né Daniil Medvedev. Nemmeno Stefanos Tsitsipas ha voluto scomodarsi, dando forfait all’ultimo momento. Il motivo è che sono impegnati nella preparazione di un intenso finale di stagione. Ma allora che senso ha questo torneo se a rappresentare le due selezioni non sono i migliori giocatori? Beh, dire che non abbia senso forse sarebbe offensivo. Che bisognerebbe correggere qualcosa però, crediamo sia ampiamente condivisibile. La speranza è che chi di dovere prenderà le dovute contromisure ad un trend che, dovesse confermarsi, potrebbe portare alla morte della manifestazione.
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