Coppa Davis, affaire Wawrinka: intervengono i piani alti

Le parole molto polemiche di Stan Wawrinka nei confronti della Coppa Davis degli scorsi giorni hanno smosso gli animi. Il presidente della commissione della competizione, Mark Woodforde, ha voluto rispondere per le rime agli attacchi dello svizzero.

Cos’è successo

Wawrinka ha affrontato con la sua Svizzera il girone di Coppa Davis, non riuscendo nell’impresa di qualificarsi alla fase finale che si svolgerà a Malaga a fine novembre. Durante le partite di Manchester, il tre volte campione slam ha ripreso la piccola folla presente sugli spalti nella sfida importante con la Francia e mosso delle critiche anche nella partita con la Gran Bretagna, paventando l’ipotesi di avere di fronte un pubblico pagato per incitare.

Non è normale la differenza che abbiamo vissuto nella partita con la Francia e in quella con la Gran Bretagna. Ho giocato alcuni Challenger quest’anno e c’erano molte più persone e un’atmosfera molto più calda rispetto alla partita con la Francia. Bisogna provare a fare cose nuove ovviamente, ma qui siamo di fronte a un disastro.

Questa compagnia ha concluso un contratto dopo appena cinque anni, nonostante fosse di 25 anni di durata. Significa che qualcosa non è andata per il verso giusto. Il problema è che le persone che hanno preso le decisioni sbagliate sono ancora incaricate del futuro di questa competizione”.

La risposta alle parole di Stan the Man arriva direttamente dal presidente della commissione della Coppa Davis, Woodforde.

Le voci di dissenso appartengono ad una sparuta minoranza e spesso sono dettate da scelte politiche. Una cosa non necessaria al mondo del tennis.

Stan ha creato molte polemiche filmando la folla. Siamo sempre ben disposti a ricevere le impressioni dei giocatori, ma non a finire su una gogna pubblica.

Siamo completamente consapevoli che molti tennisti diranno ‘Perché non torniamo al vecchio format delle partite in casa e in trasferta?’. Beh, questo format ormai non funzionava più. È per questo che abbiamo cambiato. Altrimenti, la Coppa Davis sarebbe morta in pochi anni”.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie