Si è consumata nella notte italiana la finale masters1000 più lunga della storia al prestigioso torneo di Cincinnati, Ohio. A trionfare, dopo aver annullato match point al secondo set, è stato Novak Djokovic. Di seguito le parole dello sconfitto, Carlos Alcaraz.
Spettacolo. Non pensiamo possa esserci una parola diversa per descrivere la finale andata in scena al masters1000 di Cincinnati. 57 76(7) 76(4) il risultato finale in favore di Djokovic che, al rientro negli Stati Uniti, alza subito al cielo un trofeo prestigioso in vista dello US Open.
Una partita ricca di colpi scena, che solo i due più grandi interpreti che il circuito può offrire al momento potevano mettere in piedi. Match point annullati da una parte all’altra, due fenomeni da entrambi i lati della rete. Ben tre ore e cinquanta minuti di spettacolo in quella che è stata la finale più lunga della storia di un masters1000.
Alcaraz, uscito sconfitto, non ha potuto che dirsi ugualmente soddisfatto della prova, elogiando il suo grande rivale serbo.
“Sono esausto, ma orgoglioso di me stesso. Ho lottato fino all’ultimo punto: non so perché stavo piangendo alla fine. Ho quasi battuto uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi. È pazzesco parlare di questa finale ora, ma ho lasciato il campo provando una sincera felicità per quello che ho fatto. Io e la mia squadra siamo orgogliosi di noi stessi.
Oggi è stato davvero difficile giocare contro Novak.
Mi ha costretto a correre da una parte all’altra del campo per quasi tutta la partita. Ho cercato di restare lì, di tenere fisicamente, ma è stata davvero dura. Ho lasciato tutto in campo. È fantastico sapere che le partite contro di me gli ricordino quelle con Rafael Nadal.
Significa che sono sulla buona strada. Sto lavorando duramente, ma oggi è stato davvero difficile fronteggiare tutto ciò che Novak ha proposto in campo. Match point salvati con il serve&volley? Mi sento a mio agio quando lo gioco.
In quel momento pensavo fosse impossibile vincere un punto da fondo campo e ho deciso di utilizzare il serve&volley. Il mio allenatore mi ha suggerito la stessa cosa dagli spalti. Ho deciso di farlo più spesso nel terzo set perché fisicamente ero al limite.
È fantastico sentire determinate parole da Djokovic, che ha giocato partite iconiche e leggendarie.
Ha detto che alcune delle partite giocate contro di me sono state tre le più dure della sua carriera: questo è fantastico. So che devo continuare a lavorare allo stesso modo”.
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