Djokovic: ecco quanto ci ho messo a digerire la sconfitta con Alcaraz

Novak Djokovic, in una recente intervista con l’Atp, ha rivelato l’amore per il masters1000 di Cincinnati, torneo che gli ha permesso di completare il Golden Masters, la vittoria di tutti e nove gli eventi più importanti del circuito Atp, nel 2018. Oltre a questo, ha rivelato quanto tempo ha impiegato a digerire la sconfitta con Carlos Alcaraz a Wimbledon.

Le parole di Nole

Djokovic, dopo un’assenza di ben quattro anni, è tornato al masters1000 di Cincinnati. Un torneo da sempre importante per la sua carriera, che ha scelto per fare il grande ritorno negli Stati Uniti dopo il Covid-19.

Il serbo ha superato un difficile esordio con Alejandro Davidovich Fokina (che si è dovuto ritirare a inizio secondo set) per poi dedicarsi a una bellissima intervista con l’Atp. I temi affrontati? La sconfitta con Alcaraz in finale a Wimbledon e il rapporto di amore con il torneo che si svolge a Mason, in Ohio.

“Quello con Alcaraz non è stato il primo e non sarà l’ultimo match che perderò nella mia carriera. Ci ho messo un giorno per digerire il risultato. Ovviamente, avevo bisogno di un po’ di riposo e del tempo con la mia famiglia, per questo non ho più giocato. Poi certo, qualche rimpianto c’è per gli errori banali fatti durante la finale.

Ero in vantaggio di un set e con diverse opportunità per chiudere anche il secondo. Mi sono sentito molto vicino alla vittoria, devo ammetterlo. Per non parlare delle palle break nel quinto set. Posso comunque dire che si è trattato di una bellissima partita: lui ha giocato bene nei momenti importanti e ha meritato di portarsi a casa la vittoria finale. Ha meritato e non ho fatto fatica a scordarmi di quello che è successo.

Sapevo di dover tornare in campo e tornare ad avere le motivazioni che mi spingono ogni giorno a prendere una racchetta e a continuare a giocare. Se non fossi motivato, non sarei qui in questo momento. Dopo anni nel professionismo, finalmente posso dire di poter giocare quanto e dove voglio e Cincinnati è uno dei posti dove voglio giocare.

Non venivo qui dal 2019 e sono felice di essere tornato. È bello vedere i bambini vicino ai campi di allenamento pronti a chiederti un autografo. È incredibile pensare che il primo giorno, quando mi sono allenato, c’erano le persone che solitamente ci sono in una partita. Questa cosa mi ha emozionato molto, amo questo posto”.