Reduce da un inizio di 2023 non esaltante, Francesco Passaro ha raggiunto la prima finale in stagione al Challenger a Trieste, dove partecipava da campione in carica. Purtroppo, il perugino è stato sconfitto dal francese Hugo Gaston, ma gli aspetti positivi sono sicuramente superiori al rammarico per non essersi confermato. La fiducia adesso è tornata.
“È stato un ottimo torneo e nella lotta per il titolo devo fare i complimenti a Gaston per come ha giocato. Il suo passato parla da solo. Io poi arrivavo dalla semifinale conclusa in mattinata nella stessa giornata e in recupero, ero sotto di un set e di un break, con l’ungherese Marozsan”, esordisce l’azzurro in un’intervista rilasciata ai microfoni di Tuttosport.
La strada tracciata è quella giusta, e Passaro guarda al suo percorso di crescita con serenità. Entrare tra i primi cento tennisti al mondo è l’obiettivo che si era prefissato ad inizio anno, un obiettivo ancora ampiamente raggiungibile, dato che oggi occupa la piazza numero 169. “Non è il caso di bruciare le tappe, ognuno ha i propri tempi di maturazione. Non mi voglio assillare pensando solo ai risultati. Il tennis che so esprimere è di buon livello e pertanto l’obiettivo top 100 ATP è più che percorribile”.
A metà agosto Passaro partirà per l’America, dove sarà impegnato nelle qualificazioni allo US Open, ultimo slam stagionale di scena sul cemento di New York. Una superficie che sta imparando a conoscere. “Sono nato sul rosso ma già a inizio stagione ho fatto diversi tornei sul duro. Non mi trovo male e ho capito che anche su questo tipo di terreno posso essere competitivo. L’importante è sempre farsi trovare pronti e cogliere le occasioni che ti si presentano”, spiega Francesco.
Poi, la conversazione si sposta sullo staff e sul lavoro condotto per arrivare al salto di qualità: “Il mio coach è Roberto Tarpani, il preparatore atletico Stefano Nebbia con il quale abbiamo iniziato un buon lavoro. Il servizio e il diritto, abbinati alla forza fisica, sono i miei lati forti. Si sta agendo su tutto e in particolare sui dettagli che nell’ottica di crescita possono fare la differenza”.
Non fa parte del suo staff, ma dà un contributo importante. Francesco Cancellotti, ex tennista perugino come Passaro, sta aiutando il giovane azzurro fornendogli consigli preziosi: “Aiutano quando, come nel mio caso, si sta cercando la scalata alle posizioni che contano. Chi ha vissuto certe emozioni, anche in nazionale, è un valore aggiunto ed è un bene rimanere ad ascoltare. È sempre stato un esempio da seguire”. L’ex numero 21 al mondo, però, non è l’unica fonte d’ispirazione per Passaro: “Mi è sempre piaciuto molto l’argentino Del Potro che purtroppo è stato limitato dai tanti infortuni subiti in carriera, fino al ritiro. Da ognuno dei grandi, Djokovic e Nadal su tutti, ho cercato e cerco di prendere qualcosa”.
Per quanto riguarda invece il suo torneo dei sogni, il perugino non ha dubbi: “Roma perché vincere in casa e davanti al proprio pubblico penso rappresenti per noi giocatori italiani un qualcosa di veramente speciale. Mi piacerebbe un giorno provare un’emozione simile”.
Infine, il passaggio sull’affiatatissima truppa dell’Italtennis maschile, sempre più all’arrembaggio sui palcoscenici più prestigiosi del tennis internazionale: “Bellissimo sapere che un tuo compagno ha fatto un grande risultato. Tra di noi non c’è invidia, piuttosto un sano spirito di emulazione. Se ci è riuscito lui, mi dico, posso farcela anch’io”.
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