Djokovic chiama a raccolta i giovani: unitevi alla PTPA

La PTPA, l’organizzazione con a capo Novak Djokovic e Vasek Pospisil per i diritti dei giocatori, ha sempre meno consensi. Nata per cercare di scardinare Atp e Wta, dopo pochi mesi dalla creazione sta vivendo una fase molto complessa. Il motivo? Sono pochi i giocatori che hanno deciso di unirsi, nonostante il 23 volte campione slam abbia assicurato che non ci possano essere alterchi con le federazioni sopracitate.

La mancanza di nuove leve

Sembra tutto pronto alla svolta. Niente più consiglio dei giocatori con Atp e Wta, ma la formazione della nuova PTPA a curare e proteggere gli interessi degli atleti. Molte idee, pochi fatti. Dopo diversi mesi dalla creazione, Djokovic e Pospisil stanno vivendo il momento peggiore del loro sogno di “rivalsa” nei confronti delle federazioni. Il problema principale? La mancanza di sostenitori, soprattutto tra i giovanissimi del circuito.

In una recente intervista, lo stesso Djokovic ha chiamato a raccolta i giovani tennisti per unirsi alla sua PTPA.

I tempi sono maturi da un po’. Per quanto riguarda le organizzazioni questo termine vale ancora di più. Abbiamo una squadra composta da persone fantastiche.

Stiamo provando a perfezionare la nostra struttura e il nostro management in modo da rendere migliori le nostre offerte ai giocatori. Inoltre, vogliamo far capire a tutto l’ecosistema che siamo credibili e che possiamo andare avanti. Lotteremo per i diritti dei giocatori in modo da avere sempre più tavoli di confronto aperti per le decisioni fondamentali nei tour Atp e Wta.

Da giocatore, so cosa stanno vivendo i miei colleghi. Gioco a tennis da 20 anni ormai, sono stato anche nel consiglio, ne sono stato presidente per anni. Sono convinto della necessità di una struttura per curare i diritti dei giocatori e che si dedichi solo a questo. In 20 anni nessuno è mai riuscito a creare nulla di simile. Noi ci stiamo riuscendo e speriamo che tutti decidano di unirsi a questa lotta.

Mi rivolgo specialmente alle nuove generazioni che non vogliono rischiare troppo. Vogliono essere conservatori e concentrarsi sul campo. Non vorrebbero perdere quello che hanno e ciò di cui fanno parte. Li capisco e non li giudico, ma supportando la PTPA supportano se stessi. Supporteranno il proprio futuro.

Se firmeranno con noi non avranno alcuna causa legale con Atp e Wta. Ne abbiamo già parlato negli spogliatoi e la cosa è già ufficiale. Abbiamo da sistemare le ultime cose legali e ci vorrà solamente un po’ di tempo. Dobbiamo ricordarci che non si parla solo di tour e giocatori, ma anche di agenti, famiglie e parenti”.

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