Da qualche ora a questa parte non si parla d’altro: Carlos Alcaraz è diventato il campione di Wimbledon. Lo spagnolo, dopo quasi cinque ore di gioco, è riuscito a sconfiggere Novak Djokovic che, al termine della sfida, ha speso parole al miele per il giovane rivale.
Alcaraz è diventato ieri il terzo giocatore più giovane della storia a trionfare ai Championships (dietro a Boris Becker e Bjorn Borg). È riuscito in una sfida quasi impossibile: sconfiggere Djokovic sul Campo Centrale dell’All England Club in una finale. Finora c’era riuscito solamente Andy Murray nel lontano 2013. Da quel momento in poi, infatti, è iniziato quello che possiamo chiamare un vero e proprio dominio del serbo, con incredibili successi in sequenza e quell’alone di imbattibilità che si è sempre fatto più largo a Wimbledon.
Poi è arrivato Carlitos e, al termine di un’incredibile partita, ha alzato al cielo il dodicesimo titolo della propria carriera (due Atp250, quattro Atp500 e quattro masters1000), il secondo slam dopo lo US Open. Il tutto in poco più di due anni (primo successo all’Atp250 di Umago nel 2021).
L’incredibile cammino dello spagnolo non può passare inosservato e lo stesso Nole ha voluto spendere parole al miele per il suo rivale nella conferenza stampa dopo la finale.
“Ho vinto altre epiche finali che stavo per perdere qui; di conseguenza questo risultato forse è anche giusto. Resta il fatto che fa male uscire sconfitti da un match così equilibrato. È stato bravo lui, soprattutto nei momenti importanti. Per qualcuno della sua età mantenere i nervi in questo modo, giocando allo stesso tempo un tennis aggressivo, e chiudere il match come ha fatto è incredibile. Penso di aver risposto molto bene nell’ultimo gioco, ma lui ha tirato fuori dal cilindro colpi straordinari. Non posso fare altro che congratularmi con lui e con il suo team per il torneo giocato e spero che tutti si siano divertiti a vedere la partita. Io andrò avanti a testa alta.
La gente ha parlato molto negli ultimi dodici mesi del suo gioco, che incorpora alcuni elementi del tennis di Roger, di Rafa e del mio. Io sono sulla stessa linea di pensiero di queste persone. Credo che lui possieda il meglio di questi tre mondi. Ha una resilienza mentale sorprendente e lo stesso vale per la sua maturità, che è pazzesca per un ragazzo di vent’anni.
Ha quella mentalità competitiva da toro spagnolo, condita da spirito combattivo e un’abilità difensiva che abbiamo visto con Rafa nel passare degli anni. Lui è anche in grado di mettere a segno dei grandi rovesci che assomigliano molto ai miei. Per non parlare della difesa e della capacità di adattamento: penso che questi siano stati alcuni dei miei personali punti di forza per molti anni. Non ho mai giocato contro un giocatore come lui, sono onesto. È veramente completo come tennista e penso che le sue qualità siano quelle giuste per durare a lungo e costruirsi una carriera di successo su tutti i tipi di superficie”.
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