Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Carlos Alcaraz ha commentato lo storico trionfo ottenuto a Wimbledon soffermandosi anche sulle bellissime parole spese da Novak Djokovic nei suoi riguardi e sul preciso momento in cui ha cominciato ad avere piena consapevolezza di poter fare grandi cose sull’erba londinese. Vi proponiamo di seguito un estratto delle sue considerazioni.
«È un sogno che diventa realtà. Wimbledon lo sognavo da quando ho cominciato, è il palcoscenico su cui si sono esibite leggendo che ho visto sollevare questo trofeo. Ho sempre voluto essere uno di loro», ha esordito Alcaraz ai microfoni della Rosea.
Chiamato a commentare le parole al miele spese da Djokovic nei suoi riguardi (“incorpora alcuni elementi del tennis di Roger, di Rafa e del mio”), lo spagnolo ha risposto: «È incredibile che Novak lo abbia detto. Mi considero un giocatore completo, forte fisicamente e mentalmente. Spero che Nole abbia ragione, ma preferisco non pensarci. Preferisco pensare che sono Carlos Alcaraz».
La sfida tra Carlitos e il serbo si è rivelata un avvincente saliscendi di emozioni: «Che cosa ho pensato sul 5-4 al quinto set? In panchina ero tranquillo. O almeno pensavo di esserlo. Poi quando mi sono alzato ho sentito le farfalle nello stomaco e le formiche nelle gambe. È stato un momento difficile da gestire, cercavo di pensare solo a mettere la prima di servizio. Poi mi sono detto che era normale essere nervoso in quel momento e ho provato a rimanere il più calmo possibile per chiudere la partita. È stata la vittoria più difficile della mia carriera? Senza dubbio. Perdendo il quarto set mi sono reso conto che stavo andando al quinto contro Djokovic e mi sono venute in mente tutte le sue incredibili statistiche, come la sua striscia di vittore sul centrale. Ho provato a rimanere tranquillo, a concentrarmi sul fatto che ero vicino a vincere Wimbledon. Questo pensiero mi ha aiutato molto».
Alcaraz è arrivato a Wimbledon reduce dal titolo conquistato all’Atp 500 di scena al Queen’s di Londra, titolo che lo spagnolo ha indicato come punto di svolta: «Era il mio terzo torneo sull’erba, l’ho giocato solo per trovare feeling con questa superficie, senza aspettarmi nulla. Invece l’ho vinto, e vincere un torneo che non ti aspettavi di vincere ti dà tantissima fiducia. Wimbledon l’ho cominciato sentendomi molto bene, e ogni vittoria mi ha fatto sentire meglio».
«Questa vittoria conferma che sono il più forte? Ho capito che sono pronto a vivere questo tipo di situazioni, per giocare partite epiche contro grandi leggende su grandi palcoscenici”. Non credo di dover confermare niente a nessuno. Ho sempre detto che non gioco per gli altri, ma per me stesso, la mia famiglia e il mio team. Non ascolto quello che dice la gente, non voglio pressioni extra, me ne metto già abbastanza da solo», ha concluso il numero uno al mondo.
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