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Wimbledon: implacabile Djokovic, è in finale. Sinner lotta e spreca – Cronaca e commento

Ore 14,30 di venerdì 14 luglio 2023. L’appuntamento è fissato su un Centre Court di Wimbledon coperto a causa della pioggia. In campo ci sono da una parte Novak Djokovic e dall’altra Jannik Sinner. Inutile dire che si tratta di un appuntamento con la storia, soprattutto per il giovane italiano, giunto alla sua prima semifinale a livello Slam in assoluto.

Davanti a lui c’è il 7 volte re di Wimbledon e 23 volte campione Slam, un monumento del tennis e dello sport in generale. Inutile dire che per sconfiggerlo serve un’impresa titanica. Due i precedenti tra Jannik e Nole: entrambe le volte ha vinto il serbo. La prima con un netto 6-4, 6-2 nel 2021 sulla terra di Montecarlo. La seconda, lo scorso anno, proprio a Wimbledon, dove la vittoria del serbo arrivò solo al quinto set, dopo una spettacolare rimonta.

Djokovic, dopo aver trionfato quest’anno a Melbourne e a Parigi, punta dritto a sollevare il trofeo per inseguire il sogno del Grande Slam. Sinner prova a stupire il mondo per centrare la prima volta una finale in un Major.

Primo set – Djokovic batte Sinner 6-3

Già dal primo game si capisce che Sinner, se vuole che ci sia una partita, deve tenere ritmi altissimi. L’altoatesino parte bene, si procura due palle break, ma Djokovic non trema (e quando mai ha tremato?) e sventa un inizio che sarebbe stato a handicap per lui. Il break, purtroppo per Sinner, arriva nel secondo game: l’altoatesino serve bene, ma commette tre errori con il dritto e Nole non sbaglia nulla, portandosi subito sul 2-0. Jannik trova ottime soluzioni con il rovescio (passante incredibile nel quarto gioco), ma è un Djokovic chirurgico a comandare il gioco. Cambio campo sul 3-0 per il serbo, che consolida il break.

Al ritorno in campo Jannik serve bene e, nonostante ancora qualche incertezza con il dritto, muove il punteggio portandosi sull’1-3. Nel game successivo arriva un’altra occasione per Sinner, che con il rovescio lungo linea fa molto male: nuova palla break, ma ancora una volta Djokovic recupera. Il dritto incrociato dell’italiano, che l’avrebbe portato sul 2-3 finisce fuori di pochi centimetri. Una palla break su una trasformata dal serbo, zero su tre da Jannik. Risultato: 4-1 Novak.

Al servizio Sinner trova autorevolezza: il sesto game gli consegna un facile 2-4, tenendo l’avversario a zero, punteggio che fa cominciare a crescere i rimpianti per le occasioni mancate. Nulla da fare per Jannik anche nel gioco successivo. L’altoatesino tiene bene, sembra pienamente in partita, ma arrivano troppe incertezze, specialmente negli scambi prolungati. Sinner si lamenta platealmente dell’erba troppo scivolosa, a causa dell’umidità. Sta di fatto che si gira sul 5-2 Djokovic, che invece sbaglia poco o nulla.

Nell’ottavo gioco Sinner svela alcune delle sue carte, in particolare una bellissima palla corta e un serve and volley che sorprendono Nole. Il serbo, sul 5-3, va a servire per il set. E cosa tira fuori, dopo aver perso il primo 15? Tre ace consecutivi e un servizio vincente contro i quali non si può fare davvero nulla. In 40 minuti di gioco è 6-3 Djokovic.

Secondo set – Djokovic batte Sinner 6-4

Sinner al servizio ha l’obbligo di partire bene e lo fa, nonostante un 30-30 che avrebbe messo in tensione chiunque e alcuni recuperi fenomenali del serbo: cambio campo sull’1-0 Jannik, che non può più sbagliare nulla. Nel primo gioco del secondo set al servizio, Djokovic comincia a mettere in campo qualche variazione. Anche in questo caso Sinner arriva al 30-30, ma è sfortunato con un doppio nastro e il numero due del mondo fa suo anche questo parziale.

Nel terzo gioco arriva, purtroppo abbastanza naturale, il break di un Nole infallibile. La precisione del serbo è frustrante per Jannik, che si ritrova sullo 0-40 nonostante due ottime prime in campo. L’italiano salva due palle break, ma alla terza è costretto a cedere, sbagliando ancora con il dritto al termine di uno scambio ad altissima intensità. In questo momento Djokovic sembra padrone del campo e del match, Sinner un po’ demoralizzato.

Nel quarto gioco, Djokovic conferma lo strappo annullando anche una palla dell’immediato controbreak. ‘Curioso’ episodio al terzo punto: l’arbitro assegna all’azzurro un 15 d’ufficio dopo aver interrotto il gioco per un urlo lanciato da Nole durante lo scambio.

Quinto game: dopo aver perso il primo 15, Sinner tiene la battuta con sicurezza accorciando sul 2-3. Sesto game: Sinner spinge col dritto e costringe Djokovic ai vantaggi. Poi forza la risposta di rovescio e la sbaglia consentendo al serbo di rimettere la testa avanti. Nole in seguito fa 4-2 in virtù di un dritto lungo dell’altoatesino al termine di un scambio molto intenso.

Nel settimo game, Sinner va nuovamente in difficoltà ma riesce a salvarsi risalendo dal 15-40. C’è ancora vita per Jannik in questo parziale, anche se Djokovic, nonostante una polemica plateale (e un po’ surreale) con il suo angolo, trova il 5-3 senza particolari problemi. Il nono gioco è in controllo per Jannik, che resta a contatto. Ma ora Nole serve per chiudere la seconda frazione. E come nel primo set trova un gioco perfetto al servizio e porta a casa il set con il punteggio di 6-4. Rimpianto per Sinner per la palla break sprecata, ma il serbo è mostruoso. Due a zero in un’ora e 39 minuti.

Terzo set – Djokovic batte Sinner 7-6

Il terzo set si apre come si era aperto il secondo. Sinner tiene il servizio in apertura e lo stesso fa Djokovic nel game successivo. E proprio come nel secondo set, è nel terzo gioco che arrivano le occasioni di break per il serbo. Jannik va sotto 0-40 e sembra presagire ad un game decisivo per il serbo. Questa volta, per la prima volta, però, l’italiano è bravissimo ad annullarle tutte e portarsi sul 2-1.

Stesso discorso per i giochi successivi. Le occasioni di procurarsi palle break non mancano ad entrambi, ma i due ora vanno a braccetto fino al 3-3. Sinner si porta avanti 4-3 con un game molto autorevole al servizio, in cui tiene Djokovic a zero. Se vuole rientrare in partita Jannik deve aggredire ora, ma purtroppo per lui arriva un altro game tranquillo in pieno controllo per il numero due del mondo.

Sinner però non trema e si porta sul 5-4. A questo punto arriva il primo turno di servizio davvero decisivo per Nole, che deve portare a casa il game per rimanere nel set. Incredibilmente anche per lui arriva un po’ di tensione, con errori molto strani e anche un momento di polemica con il pubblico. Sinner si porta sul 15-40 e si procura due palle break che valgono oro. Purtroppo per lui però arrivano altri due errori con il dritto e un altro (raro) di rovescio, grazie ai quali Djokovic impatta sul 5-5. Che mazzata per Jannik, diventano sei le palle break non concretizzate, di cui due set point.

Di nuovo, però, l’italiano tiene bene al servizio e si garantisce quanto meno il tie-break. In questo momento del set, sono 34 i punti vinti da Sinner contro i 30 di un Djokovic non impeccabile, che si trova ancora a servire per restare nel set. E come sempre, ci resta eccome. A questo punto, è tie-break, non esattamente lo scenario migliore contro un “cannibale” come il serbo.

Sinner si porta sul 3-1, ma poi commette un sanguinoso doppio fallo e fa rientrare Nole sul 3-3. L’altoatesino tiene ancora fino a 4-4, ma poi concede un mini-break a Djokovic che sul 5-4 ha due servizi per chiudere il match. Jannik trema, commette un altro errore di dritto e regala il match point al serbo, che ha bisogno di tutto fuorché di regali. E invece arriva anche l’errore di rovescio ed è 7-4. Per Novak sarà la nona finale a Wimbledon.


Il commento

Partita in cui si sono viste le migliori versioni di Novak Djokovic e Jannik Sinner in questo torneo. Il problema è che quando in campo c’è la migliore versione del serbo, per provare a vincere bisogno essere perfetti. Nei primi due set il numero due del mondo è una macchina da tennis, implacabile, chirurgico, indomabile. E nonostante questo, Jannik ha le sue occasioni, con tre palle break non trasformate nel primo set e una anche nel secondo, come testimoniano il 6-3 e 6-4 finali.

Nel terzo set la distanza si riduce ulteriormente, anzi, a dirla tutta (e lo ha ammesso anche Nole), se c’era un tennista che doveva vincere la frazione era sicuramente l’altoatesino, che ha avuto anche due set point. Purtroppo a questi livelli non puoi sbagliare nulla, in particolare nei punti chiave. E su questo Jannik deve ancora lavorare molto a livello mentale e forse anche a livello tattico.

In sostanza vittoria meritata per il giocatore più vincente della storia del tennis, ma punteggio troppo severo per un Sinner che ha tenuto benissimo il campo e ha lottato praticamente alla pari con il sette volte campione di Wimbledon.

Stefano Cagelli

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