Finalmente è arrivata la prima vittoria ai quarti di finale in uno slam da parte di Jannik Sinner. Grazie al successo di ieri pomeriggio su Roman Safiullin, l’altoatesino è diventato il terzo italiano della storia in semifinale a Wimbledon dopo Nicola Pietrangeli e Matteo Berrettini.
Sinner si gode la vittoria
Sinner ha sfruttato un tabellone relativamente facile per raggiungere la prima semifinale slam nella propria carriera. Da inizio torneo, infatti, ha sconfitto Juan Manuel Cerundolo, Diego Schwartzman, Quentin Halys, Daniel Galan e il russo Safiullin. Adesso, però, si gioca l’accesso all’ultimo atto contro il più grande di sempre: Novak Djokovic.
Il serbo non perde un match all’All England Club dal 2017, diversi mesi prima dell’esordio da professionista dell’azzurro.
Nella conferenza stampa al termine del proprio incontro, il nostro Jannik si è detto molto felice del risultato ottenuto finora e di non vedere l’ora di affrontare Nole sul Campo Centrale più importante del mondo.
“È una bella sensazione. Significa molto per me. Ovviamente, come ho detto in campo, c’è molto lavoro dietro.
Sono molto felice di poter giocare la mia prima semifinale qui, in un posto speciale, su una superficie speciale.
Sarà una partita completamente diversa da quella dell’anno scorso. Lui mi conosce meglio e io conosco meglio lui. Sarà anche un po’ tattica. È sempre difficile giocare qui contro Novak, soprattutto nei grandi slam. Ha vinto 23 major. Ha vinto in Australia, ha vinto a Parigi. Anche per lui si tratta di un’enorme iniezione di fiducia. Ma sono felice. Lotterò su ogni palla. Mi godrò il momento, ma sapendo che posso andare forte, cercherò di batterlo. Ora ho due giorni di riposo, per cercare di lavorare su un paio di cose che potrebbero servirmi per il prossimo match. Vediamo come va.
Roman ha giocato ad un livello molto, molto più alto rispetto alla sua classifica attuale. Presumo che avrà un anno molto, molto buono davanti a sé.
Fisicamente sono migliorato. Sono molto più forte. Posso stare in campo per molte ore senza soffrire. Anche dal punto di vista mentale si va in campo diversamente, sapendo di essere anche un giocatore top10. Penso che anche dal punto di vista del gioco o del tennis mi sento meglio.
Se devo giocare lo slice, ora posso farlo senza pensarci. Prima era sempre un po’ diverso. Posso andare a rete sapendo di poter fare buone volée. Ora ho alcune cose buone nel mio gioco e spero di poterle usare nel modo giusto”.
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