Dopo un ottimo inizio di stagione, condito da un titolo, due finali e altrettante semifinali, Jannik Sinner ha attraversato un periodo di flessione venendo eliminato nelle prime fasi agli Internazionali d’Italia, al Roland Garros e sul verde di S-Hertogenbosch. Nell’ultimo torneo disputato ad Halle, l’altoatesino ha dato qualche segnale di ripresa, ma il suo cammino è terminato con un ritiro precauzionale per un fastidio alla gamba sinistra. Solo uno spavento, per fortuna, dato che qualche giorno più tardi ha fatto sapere di star bene e di non vedere l’ora di giocare a Wimbledon. Vedremo stasera come se la caverà all’esordio contro l’argentino Juan Manuel Cerundolo.
Intanto, proprio alla vigilia dell’inizio della kermesse britannica, l’ex numero uno al mondo Mats Wilander si è soffermato sul processo di crescita di Jannik in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera.
“Sul verde è più facile che Jannik ritrovi la naturalezza del suo tennis ma ci vuole tempo”, afferma Wilander facendo il punto della situazione sulla prima forza del movimento nostrano.
Per quanto riguarda il percorso di crescita dell’altoatesino, l’ex numero uno al mondo non ha dubbi: “Miglioramenti? Io li vedo in ogni aspetto del suo gioco: dagli spostamenti alla maggiore varietà di colpi, dal servizio al fisico. Se da un lato la terra sarà l’ultima superficie sulla quale Jannik si sentirà a suo agio, l’erba e il ricordo del quarto con Djokovic dell’anno scorso dovrebbero favorirlo. Non sono preoccupato: ha 21 anni, ha chiaramente fame e talento”. Di Sinner, Wilander rivela di apprezzare una qualità in particolare: “Non ha paura, di niente e nessuno. Non teme Alcaraz, che ha già battuto, a Wimbledon è andato avanti due set a zero con Djokovic”.
“Lasciatelo tranquillo: con meno aspettative si gioca più leggeri, più liberi. Spero che Jannik sia bravo a staccarsi dai social e a non leggere ogni commento, nel bene e nel male”, prosegue il sette volte campione slam. Poi si sofferma sul lato fisico: “Nessun dubbio. È partito magrolino, sta mettendo su muscoli: lo vedo lavorare duramente in palestra ai tornei. L’errore è paragonarlo ad Alcaraz, più giovane e muscoloso. Ma Carlos era già uomo minorenne, oggi è un giocatore formato. Sinner ha il suo fisico e la sua storia. Djokovic, Murray e anche Zverev sono passati attraverso lo stesso processo di Jannik: la necessità di mettere su massa. Aveva una struttura molto esile: tra 2-3 anni avrà raggiunto la sua complessione finale, da adulto”.
Nel corso della chiacchierata, però, Wilander non si sottrae dal sottolineare un aspetto di gioco su cui ritiene che Sinner e il suo staff debbano concentrarsi: “Il servizio. È cresciuto ma ha ampi margini. La battuta di Jannik deve diventare un’arma, dargli punti gratuiti, permettergli di rifiatare nei game al servizio. Il tennis di Jannik dipende dal servizio più del tennis di Alcaraz, per esempio, che è così potente e dinamico da compensare durante lo scambio. E il gioco di difesa di Jannik non è ancora eccellente, quindi non gli concede il lusso di permettersi un servizio che non sia all’altezza. Nel gioco offensivo invece è già molto bravo. Non c’è motivo per cui il servizio di Sinner non possa diventare enorme: ha l’altezza da sfruttare e gli angoli da variare da lassù. Vedo che non ha ancora trovato il ritmo perfetto né il movimento ideale ma so che ci sta lavorando con Cahill”.
Secondo alcuni addetti ai lavori, Sinner ha dato spesso l’impressione di soffrire gli avversari di maggiore personalità. Wilander non conviene con questa tesi e continua a battere sul tema servizio: “Jannik avrebbe dovuto vincere sia con Rune a Montecarlo che con Alcaraz all’Open Usa, quando ha sprecato un match point (uno dei più grandi match cui abbia mai assistito). Però no, non credo che Jannik patisca il carattere altrui. Tutti hanno una debolezza ma non penso che quella di Jannik sia la sudditanza da chi è più estroso. Essere più aggressivo e dominante sul servizio lo aiuterebbe a prendere in mano il controllo anche con i rivali pieni di personalità, e torniamo al punto di partenza”.
Infine, lo svedese si cimenta in due previsioni. La prima lo vede ‘incoronare’ Sinner come pluricampione slam: “Sì. Può vincere su tutte e quattro le superfici. Non lo vedo conquistare Parigi come primo Major ma sarà uno dei favoriti per i prossimi anni”. La seconda, invece, riguarda il vincitore di Wimbledon 2023: “Alcaraz o Djokovic”.
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