Tanta gavetta, una bacheca adornata da cinque titoli ottenuti nei circuiti Challenger (3) e ITF (2). Tomas Martin Etcheverry non è certo l’emblema della precocità. Ma adesso, a quasi 24 anni, ha trovato la via della consacrazione ai massimi livelli del tennis mondiale, dopo aver vissuto un drammatico momento familiare. Uno di quelli che segna per sempre.
Entrato in top-100 ad aprile 2022, Etcheverry ha continuato costantemente a migliorarsi facendo il salto di qualità in questo inizio 2023. A fine maggio ha rotto il muro della top-50 posizionandosi in 49esima posizione, grazie soprattutto alle due finali conquistate a Houston e Santiago, entrambe perse ma giocate alla pari con Frances Tiafoe e Nico Jarry. Del nativo di La Plata impressionano il grande servizio e la sua propensione ad assumere un atipico – per la scuola argentina – atteggiamento offensivo. Ne sanno qualcosa coloro che lo hanno affrontato in quel di Parigi…
Presentatosi al Roland Garros senza altissime aspettative, ma con grande determinazione, Etcheverry ha raggiunto per la prima volta in carriera i quarti di finale di uno Slam. L’ha fatto senza perdere neppure un set, superando nell’ordine Jack Draper (6-4, 1-0 rit.), Alex De Minaur (6-3, 7-6, 6-3), Borna Coric (6-3, 7-6, 6-2) e Yoshihito Nishioka (7-6, 6-0, 6-1). Quest’oggi affronterà Alexander Zverev in una sfida che si preannuncia all’insegna dell’equilibrio e dello spettacolo. Dovesse spuntarla, sarebbe un risultato storico per il sudamericano.
La “forza” della sofferenza – E chissà se in soccorso di Tomas Martin non arriverà un aiuto speciale. Un aiuto che – stando alle parole dell’argentino – ha già ricevuto nell’incontro che lo ha visto imporsi su Nishioka. “In un momento difficile della partita, prima di servire, le ho chiesto aiuto. Ho fatto ace”, ha detto Etcheverry riferendosi alla sorella Magalì, tragicamente scomparsa lo scorso settembre per un cancro al seno. Aveva 32 anni e due figli. Etcheverry le dedica pensieri costanti e tutte le sue vittorie. Dal suo ricordo trae la forza per lottare ed andare avanti, sul campo così come nella vita quotidiana. Non si può restare indifferenti. Ci auguriamo che presto il tennis possa restituirgli parte della felicità che il fato gli ha sottratto.
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