Roland Garros, Djokovic tra le polemiche: non mi pento di quello che ho detto

Dopo le dichiarazioni e la dedica sulla telecamera alla conclusione del match di primo turno del Roland Garros, Novak Djokovic è di nuovo tra le polemiche. Il serbo, però, ha ammesso di non essersi mai pentito delle proprie parole e dei propri gesti in favore del Kosovo.

Cosa è successo

Quando c’è stato l’ultimo slam senza polemiche per Djokovic? Probabilmente, dovremmo tornare alle edizioni pre-pandemia, una situazione più tranquilla in tutto il mondo, con meno guerre e meno scontri ogni giorno. Anche al Roland Garros, infatti, il serbo ha dovuto fare i conti gli haters, che si sono scatenati contro di lui dopo le parole di sostegno al Kosovo al termine del match di primo turno.

Oltre alla spiegazione in conferenza stampa, il numero 3 del mondo ha dovuto chiarire ancora una volta la propria posizione al microfono di Sasa Ozmo di Tennis Majors.

Non sono sorpreso dagli attacchi che ho ricevuto, sarebbe strano il contrario. Come diceva Kobe: ‘Gli haters sono un bel problema da avere. Nessuno odia i buoni, ma i più grandi’.

Non sono un politico e non intendo entrare in un dibattito politico.

È una questione molto delicata. Come serbo, tutto ciò che sta accadendo in Kosovo mi fa molto male. Questo è il minimo che possa fare. Sento la responsabilità, come personaggio pubblico, indipendentemente dal campo, di mostrare il mio sostegno, soprattutto come figlio di un uomo nato in Kosovo.

Non so cosa accadrà in futuro per i serbi e i kosovari, ma è necessario mostrare sostegno e unità in questo tipo di situazione.

Io non odio nessuno, non nutro alcun tipo di emozione di questo tipo e cresco i miei figli proprio secondo questo modo di fare. L’odio è un’emozione orrenda. Non cambierei nulla della mia vita perché ho fatto tutto al meglio delle mie possibilità. Sì, ho commesso molti errori, ma almeno ero autentico, ero me stesso.

Io ho scelto di essere così, non per rispettare lo standard dell’establishment”.

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