Roland Garros, caos Sabalenka-Kostyuk: niente stretta di mano, fischi del pubblico e parole pesanti

Fischi nella prima partita sul Philippe Chatrier della carriera di Marta Kostyuk. All’esordio al Roland Garros 2023 contro Aryna Sabalenka, l’ucraina non ha voluto stringere la mano all’avversaria e si è beccata moltissimi fischi dal pubblico accorso a vedere la partita.

Il brutto gesto della Kostyuk

Come detto in conferenza stampa dalla stessa Sabalenka, tutti sanno che le atlete ucraine non stringono la mano e non si mettono in posa per le foto di rito con le atlete russe o bielorusse. Al Roland Garros, però, questo comportamento poco sportivo (occorre ricordarlo) non ha incontrato il favore del pubblico, che ha riempito di fischi la Kostyuk al termine della partita con la numero 2 del mondo.

Nella conferenza stampa successiva, la stessa Marta ha voluto approfondire il discorso, parlando di mancate dichiarazioni contro la guerra di tutti gli atleti russi e bielorussi del circuito. Oltre a questo, si è augurato che la Gran Bretagna neghi il visto a questi giocatori così da non farli partecipare a Wimbledon.

Non ha mai detto che personalmente non sostiene la guerra e credo che anche voi giornalisti dovreste cambiare le domande perché la guerra va avanti da quindici mesi. Chiedete chi vogliono che vinca la guerra, non sono sicura che diranno di stare dalla parte dell’Ucraina. Poi credo dovrebbe parlare per se stessa, conosco personalmente tennisti che sostengono la guerra. Dire che nessuno lo fa è un po’ forte, puoi solo parlare per te.

Sabalenka potrebbe diventare la numero 1 in uno degli sport più conosciuti al mondo. In Russia l’80% o 85% delle persone sostengono la guerra. Se Aryna prendesse posizione, potrebbe lanciare messaggi importanti perché tante di quelle persone non hanno mai lasciato il Paese. Aryna, che ha viaggiato il mondo, ha un grande pubblico che l’ascolta. Potrebbe esprimere la sua opinione, farla arrivare al New York Times, al Washington Post, alla CNN, alla BBC. Non la odio, ma non la rispetto perché rifiuta la sua responsabilità di prendere posizione su una delle questioni oggi più importanti al mondo. E poi non capisco perché dice di trovarsi in una situazione difficile.

Fischi? Voglio vedere come la gente reagirà fra dieci anni quando la guerra sarà finita. Abbiamo avuto una conferenza quando ero a Kiev ma niente è davvero cambiato. Sono tutti sulla difensiva, come dall’inizio della guerra. Abbiamo mandato due mail molto forti, decise. Ci hanno risposto che stanno lavorando, che vogliono aiutarci nel modo migliore possibile, ma non è successo niente. Credo che le abbiamo provate tutte, non c’è nient’altro che possiamo fare niente più con Atp e Wta. Mi auguro che ad esempio qualcuno in Gran Bretagna neghi loro il visto e gli impedisca di giocare. Ora la vedo come l’unica idea ragionevole”.

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